Tutti noi abbiamo scoperto il Cinema attraverso un film capace di spalancarci gli occhi dallo stupore e trasportandoci in un mondo incredibile e ricco di possibilità. Per Peter Jackson, regista della trilogia de “Il Signore degli Anelli”, quel film fu “King Kong” di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack. E dopo il grande successo dell’epopea fantasy basata sulle opere di Tolkien, Jackson ebbe la grande occasione di dirigere il suo omaggio a quella pellicola a cui deve molto.

King Kong
King Kong. PhotoCredit: Web

L’Ottava Meraviglia del Mondo

Ciò che colpisce di più di questo “King Kong” è il coraggio con cui Jackson si è approcciato alla materia, rispettandola ma anche personalizzandola (tenendo conto anche di tutti i titoli correlati all’originale, compreso il rifacimento del ’76). La trama è pressoché invariata, così come il periodo storico (la Grande Depressione rappresentata perfettamente da un prologo che è un piccolo capolavoro) e l’ambientazione esotica dell’Isola del Teschio popolata dai dinosauri e dove lo scimmione noto come Kong ne è l’indiscusso padrone.

king kong
King Kong. PhotoCredit: Web

Jackson decide però di rincarare la dose rendendo la fauna dell’isola più variegata e pericolosa (non dimenticandosi di titoli antecedenti come il “Jurassic Park” di Spielberg) e cercando di dare maggiore consistenza ai protagonisti che nel film originale erano semplicemente i nostri personali traghettatori per un’avventura popolata da mostri.

Ann Darrow (Naomi Watts) è la damigella da salvare ma non è certamente una donna frivola e ingenua, Jack Driscoll (Adrien Brody) qui non è un burbero marinaio ma uno sceneggiatore un po’ schivo eppure coraggioso e Carl Denham (Jack Black) viene ritratto come un cineasta sicuramente spudorato ma essenzialmente visionario e vittima delle sue smisurate ambizioni. Accompagnati da un pittoresco gruppo di comprimari (tra cui Kyle Chandler nei panni di un attore vanesio e un Andy Serkis in versione “Braccio di Ferro”), i tre si lanciano in una spedizione che svelerà la loro vera natura sotto gli occhi selvaggi eppure penetranti di Kong (personificato tramite motion capture da Serkis).

king kong
King Kong. PhotoCredit: Web

La Bella fermò la Bestia, che da quel giorno in poi, fu come morta

Il “King Kong” di Peter Jackson è un film temerario per i tempi in cui fu realizzato. Un blockbuster in cui lo spettacolo va a braccetto con la narrazione, cedendo a diverse lungaggini che qualcuno può non apprezzare ma garantendo anche quello che oggigiorno si trova assai raramente nei prodotti di largo consumo: passione.

king kong
King Kong. PhotoCredit: Web

Lo si può constatare dalla grande attenzione rivolta verso il comparto tecnico (compresi degli effetti speciali incredibili ancora oggi) e su come Jackson tenti effettivamente di raccontare una storia arcinota con un punto di vista leggermente inedito. Trasportandoci in un’avventura d’altri tempi che Jackson ha diretto con cuore e la voglia di divertirsi di un bambino.

king kong
King Kong. PhotoCredit: Web

Ti è piaciuto il nostro articolo? Seguici su MMI e sul Cinema di Metropolitan.