
Oggi compie 28 anni uno dei cestisti più discussi e chiacchierati durante le ultime stagioni NBA. Dalla vittoria del Titolo coi Cavs, alla miriade di infortuni, alle sparate mediatiche: oggi vi portiamo alla scoperta di Kyrie Irving.
L’inizio della carriera di Kyrie Irving

Kyrie Irving è nato a Melbourne il 23 marzo 1992. Suo padre giocava in Australia come professionista, quindi Kyrie possiede la doppia cittadinanza, quella statunitense e quella australiana.
Dopo pochi anni fa ritorno assieme al padre negli USA e comincia il suo viaggio nel mondo della pallacanestro. Muove i suoi primi passi sul parquet alla Montclair Kimberley Academy, per poi approdare alla St.Patrick High School.
Ai tempi dell’High School attira su di se molto interesse, infatti nella stagione 2010/2011 sceglie di giocare per i prestigiosissimi Duke Blue Devils, una delle squadre con più tradizione cestistica a livello collegiale. Già in tempi non sospetti però si nota la fragilità di Kyrie Irving: gioca infatti solamente 11 partite durante la stagione, a causa di un infortunio al menisco.
Questo intoppo però non impedisce a Irving di mostrare il suo talento: infatti si rende eleggibile per il Draft NBA 2011. Il 23 giugno viene chiamato con la prima scelta assoluta dai Cleveland Cavaliers.
Kyrie approda in una squadra in piena ricostruzione: l’estate precedente Cleveland era stata abbandonata in diretta tv dal figliol prodigo LeBron James, passato ai Miami Heat. Irving così si ritrova in una squadra fortemente scossa, che necessità di aiuto immediato. Le prime stagioni per la squadra sono da film horror, ma Kyrie dimostra comunque il suo talento risultando l’unica luce nel buio profondo della franchigia dell’Ohio.
Kyrie Irving, LeBron e le Finals
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Tutto cambia nell’estate del 2014: dopo due titoli conquistati con Miami infatti LeBron James decide di fare ritorno ai Cleveland Cavaliers. In aggiunta la franchigia dell’Ohio riesce a firmare Kevin Love: assieme a Kyrie Irving si forma un Big Three per puntare al Titolo NBA.
Al primo tentativo Cleveland arriva alle Finals contro i Golden State Warriors. I Cavs devono fare a meno di Kevin Love, infortunatosi durante i Playoffs, e dopo Gara 1 anche di Kyrie Irving. Nella partita d’apertura della serie finale infatti dopo un contatto di gioco Irving subisce la frattura della rotula, che lo vede costretto a stare fermo almeno 4 mesi. Con il solo LeBron i Cavs non possono nulla contro lo strapotere dei Warriors, che si impongono per 4-2 diventando Campioni NBA.
Con gli occhi la sfortuna della stagione precedente, Irving e i Cavs rimettono insieme i pezzi e l’anno dopo si ripresentano ancora alle Finals, ancora contro gli ormai rivali dei Golden State Warriors. Questa volta Cleveland è al completo, e arriva alla decisiva Gara 7 in parità sul 3-3. Alla Oracle Arena di Oakland, casa dei Warriors, va in scena una partita dai tratti thriller: gli istanti finali infatti sono da film in nomination per il premio oscar. Sull’89-89 con meno di due minuti da giocare arriva la stoppata in campo aperto di James nei confronti di Iguodala, poi con 53 secondi rimasti sul cronometro è una tripla monumentale proprio di Kyrie Irving a portare avanti in modo decisivo Cleveland. Sul 92-89 è infatti Game, Set and Match, e i Cavaliers sono campioni NBA per la prima volta nella loro storia.
Nella stagione 2016/2017 il copione è lo stesso, Cleveland e Golden State si ritrovano nuovamente alle Finals. Questa volta non c’è proprio storia, i Cavs infatti vengono spazzati via 4-1 e devono rinunciare al sogno del back to back.
Kyrie Irving tra Boston e Brooklyn

Le Finals 2017 perse acuiscono il malumore di Kyrie Irving, il cui rapporto con LeBron James sembra agli sgoccioli. Durante l’estate infatti chiede la cessione ed approda tra le fila dei Boston Celtics. La nuova avventura di Irving parte alla grande, infatti i Celtics inanellano una serie di 16 vittorie consecutive. Il 24 marzo però la sfortuna torna a bussare a casa di Kyrie: un’operazione al ginocchio fa terminare anzitempo la stagione al neo Celtics.
Nella stagione successive le cose non decollano, e ad acuirsi è ancora il malumore di Kyrie Irving, questa volta nei confronti nei giovani giocatori dei Boston Celtics. L’eliminazione al secondo turno di Playoffs per mano dei Milwaukee Bucks sembra essere l’addio del nativo di Melbourne a Boston.
Infatti durante l’estate 2019 non senza polemiche Kyrie Irving lascia Boston per firmare un quadriennale da 141 milioni di dollari coi Brooklyn Nets. Assieme a lui approda ai Nets anche il lungodegente Kevin Durant per formare in futuro un duo spaziale. Per ora però Irving ha passato più tempo in infermeria che in campo, nonostante abbia comunque mostrato lampi del suo infinito talento.
Le teorie di Irving
Nel febbraio 2017 Kyrie Irving si fa conoscere al mondo anche per altri motivi, oltre alla pallacanestro. Durante un podcast dei compagni di squadra Channing Frye e Richard Jefferson infatti Irving espone una delle sue più profonde convinzioni: ovvero che la terra sia piatta.
Questa frase crea scherno e putiferio intorno a Kyrie, il quale un anno e mezzo dopo si è scusato con gli insegnati.
“Pensavo fosse una cosa innocente: solamente dopo ho capito quanto possa essere potente la mia voce. Anche se credi che la Terra sia piatta, non dovresti dirlo in pubblico – quelli sono argomenti da conversazioni private, perché possono davvero cambiare il modo in cui vieni percepito. Io sono uno piuttosto intelligente…”
Per poi aggiungere:
“Mi dispiace per tutti gli insegnanti di scienze che sono venuti da me e mi hanno detto ‘Per colpa tua devo ricominciare tutto il programma da capo!’. Mi dispiace e mi scuso per le mie parole”.
In tutto ciò per Kyrie non ha mai specificato se fosse uno scherzo o una ferma convizione.
Irving aka Uncle Drew

Uncle Drew è il principale soprannome affibiato a Kyrie Irving. Infatti il talento di Duke ha prestato le sue capacità cestistiche per una famosa pubblicità della Pepsi. Irving infatti è stato travestito da anziano e mandato in un campetto a giocare con altri giocatori “ignari”. La pubblicità è diventata talmente famosa da avere dei seguiti, ed addirittura un lungometraggio cinematografico chiamato appunto “Uncle Drew“.
Tutto si può dire di Kyrie Irving, a parte che abbia avuto fin qui una carriera tranquilla: tanti auguri Kyrie!
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