Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. In occasione della Giornata mondiale della bicicletta istituita dalle Nazione Unite nel 2018 abbiamo dedicato il nostro racconto alle biciclette. Lo abbiamo fatto ispirandoci ad una storia realmente accaduta.
Il ritorno del lockdown la stava soffocando sempre più mentre fuori un sole primaverile diventava il richiamo di quella libertà che un tempo scandiva le sue giornate. Questo passava nella mente di Sonia Speretti mentre si raggomitolava vicino al computer aspettando l’ennesima telefonata del suo smart working . Vedere le persone da un monitor senza toccarle e sentire dal vivo la loro voce era l’ultimo ritrovato del Covid che aveva duramente condizionato il suo rapporto con Marica, la sua amica del cuore. Le videochiamate con lei non avevano lo stesso sapore di quelle chiacchierate al bar con aperitivo dove entrambi si scambiavano pareri, opinioni e segreti. E di certo la novità che aveva da dire a Marica non la si poteva dire da un monitor. Ecco perchè quando la sua bicicletta cominciò nella testa di Sonia a balenare un’idea di cui aveva discusso scherzosamente con l’amica qualche mese prima della pandemia.
La bicicletta, la grande fuga
“Andiamo a Ginevra in bici”, disse Sonia a Marica qualche giorno dopo. “A Ginevra? ma saranno 10.000km”, replicò Marica spaventata. “Non importa, se credi in quello che fai puoi anche riuscire a volare”, concluse Sonia. Fu così che qualche mese dopo si ritrovarono sulla Ostiense per cominciare il loro viaggio. L‘estate aveva significato la possibilità di potersi spostare e Sonia non s’era persa l’occasione di una grande fuga in bicicletta per poter parlare finalmente con l’amica senza essere divisi da un insensibile monitor o da una routine imposta da qualcun altro. Marica dal canto suo si era ritrovata in questa sfida perchè convinta dall’amica e, nonostante il caldo le avesse messo un po’ di paura, non si scoraggiò. Aveva anche fatto la promessa solenne a Sonia di non videochiamare nessuno ma di usare il cellulare solo per il navigatore perchè dovevano essere solo loro due e nessun altro.
Il viaggio in bicicletta e Il sogno della madre
Così qualche ora dopo si ritrovarono a pedalare con il mare che al loro fianco mentre si dirigevano verso la loro prima tappa. Sonia non perse occasione di divagare con la sua mente ma il fardello che si portava dietro giunse ben presto a ricordarle la verità. Sonia tuttavia decise di non dire ancora niente a Marica ma di godersi quegli istanti concentrandosi sul lungo viaggio da fare e sui ricordi che affollavano la sua mente. Non a caso infatti aveva scelto come meta finale Ginevra.
Era infatti la città preferita della madre che avrebbe voluto da sempre vedere il famoso omonimo lago ma che, a causa degli scarsi mezzi di una vita sacrificata da domestica, si accontentava di quello Bolsena. Sonia rise pensando a quando la madre pensava al suo viaggio e s’immaginava a mangiare torte di cioccolato gigantesche. Poi un improvviso malessere la fece rallentare per un po’. Sonia non disse niente a Marica ma si preoccupò, non appena si fosse ripresa, di raggiungerla per non destare preoccupazione.
Il coraggio di andare avanti
3 giorni dopo erano in un albergo a Torino quando il malessere si ripresentò. Sonia aprì gli occhi e si alzò dal letto. Di fronte a lei un piccolo quadro delle Alpi che gli ricordò lo scopo del suo viaggio mentre il respiro si faceva affannoso e un forte dolore all’addome la spinse velocemente ad andare in bagno a vomitare. Corse alla toilette cercando di non svegliare Marica ed ingurgitò frettolosamente due pillole. Tuttavia non riuscì nel suo intento e Marica poco dopo le chiese cosa avesse e se fosse forse il caso d’interrompere il viaggio. Sonia tranquillizzò Marica dicendo che si trattava solamente di qualcosa che le aveva fatto male e che domani sarebbe stata meglio. “Voglio mangiare un pezzo di torta svizzera al cioccolato e goderci questo momento con noi due e che non viviamo da tanto”, concluse Sonia chiudendo la questione. La paura di non farcela cominciò a farsi sentire anche se finire questo viaggio e dire la verità a Marica era troppo importante.
La stessa paura che prese Marica il pomeriggio dopo quando, giunte in Francia, si fermarono presso Greenoble prima del previsto a causa della ricerca di una ruota nuova. Marica infatti aveva forato gravemente quella posteriore della sua bici ed erano state perciò costrette a fermarsi. L’ansia aveva salito Sonia mentre Marica interpretava l’accaduto come un segno del destino a non voler continuare. Di nuovo i dolori all’addome con Sonia che era sempre più sul punto di dire la verità ma evitò il problema offrendosi di rimanere a sorvegliare la bici guasta mentre Marica cercava aiuto. Prese le sue solite pillole e aspettò cercando di respirare bene l’aria pulita delle campagne intorno a loro. Qualche ora più tardi Marica tornò con un arzillo signore sulla settantina che montò loro una ruota. Rivelò di essere un ex ciclista professionista e consigliò loro qualche strada più agevole da fare prima che le due amiche si rimettessero in viaggio.
Epilogo
Il giorno dopo era quasi arrivati su lago di Ginevra quando Sonia avvertì di nuovo il suo malore. Cercò di resistere per compiere un ultimo sforzo dopo aver visto una pasticceria a pochi passi da lei. Sonia chiuse gli occhi ripensando a sua madre e alle torte a cioccolato ma un nuovo attacco di dolore agli addominali più intenso del solito la fece cadere a terra. Si risvegliò un’ora dopo in ospedale sotto lo sguardo preoccupato di Marica.
“Perchè non mel’hai detto del tumore al pancreas?”, le disse singhiozzando. “La nostra amicizia è stata la più grande avventura che abbia mai vissuto”, rispose lentamente Sonia, “ e volevo che il tuo ultimo ricordo fosse quello di una straordinaria sfida e non di nottate passate su un letto di ospedale”. “Il mio miglior ricordo sei tu e saresti sempre stata tu”, le disse Marica abbracciandola. Due giorni più tardi si ritrovò su un aereo per Roma a scrivere la strana storia della sfida di due amiche che nonostante la morte sarebbero rimaste unite per sempre.
Stefano Delle Cave