La dieta flexitariana: una nuova ri-scoperta

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Di Redazione Metropolitan

Dieta flexitariana: scopriamo insieme un nuovo nome per una dieta che tutti noi dovremmo già conoscere e praticare, per il benessere nostro e della Terra

Dieta flexitariana, da “Flexitarian”, ovvero “vegetarian” + “flex”. Se “vegetarian” si intuisce quale comportamento indichi, meno evidente è invece il significato di “flex” in questo contesto. In inglese “to flex” significa flettere… Che cosa? No, non i muscoli. Non si tratta di abbinare il vegetarianesimo all’esercizio in palestra, ma di flettere la dieta stessa!

 D.J. Blatner, autrice della dieta flexitariana (photocredit: www.wikipedia.it)
D.J. Blatner, autrice della dieta flexitariana
(photocredit: www.wikipedia.it)

Origine e indicazioni

Questa dieta è stata creata dalla dietista nutrizionista Dawn Jackson Blatner, con tanto di libro cartaceo per spiegare il suo modello e imparare a eseguirlo correttamente. Secondo l’autrice la dieta vincente per la nostra salute (e per il pianeta) è seguire un modello vegetariano ma che integra di tanto in tanto il suo menù con la carne. Inoltre consente il consumo di pesce. Da qui la definizione di vegetariano flessibile, proprio perchè non segue una dieta rigida nei divieti, ma anzi elastica.

Questa dieta dunque riconosce la superiorità nutrizionale dei prodotti di origine vegetale, ma riconosce anche che non si può fare almeno dei prodotti animali per alcuni nutrienti fondamentali come ad esempio la vitamina b12. Bisogna mangiare la carne soltanto di rado e in maniera attenta, quasi come si trattasse di assumere un integratore. Perchè infatti prendere delle pillole o comprare cibi arricchiti? C’è già un alimento con quello che ti serve!

dieta flexitariana: Integratori alimentari? No grazie (photocredit  www.ohga.it)
Integratori alimentari? No grazie (photocredit: www.ohga.it)

Regime della dieta flexitariana

L’autrice consiglia di passare gradualmente al nuovo modello alimentare. Inizialmente bisognerebbe eliminare la carne per due giorni a settimana. Si passa poi a 3-4 giorni e infine si passa a uno stop di 5 giorni. Nei due giorni restanti della settimana, massimo 250 g.

Questa dieta dunque non impone dettami di natura etica, ma di salute e sostenibilità ambientale. Si deve infatti preferire frutta e verdura di stagione, preferibilmente biologica e a kilometro zero. Anche quanto si deve mangiare è nell’ottica della flessibilità: l’apporto calorico gionarliero tiene conto del lavoro che fai, dei tuoi obiettivi e del tuo peso.

Vantaggi della dieta flexitariana

I flexitariani hanno il 15% di peso in meno, hanno un minor tasso di malattie cardiovascolari, diabete e cancro, e vivono 3,6 anni in più della controparte carnivora”

-D.J. Blatner
Dieta flexitariana: D.J. Blatner in cucina (photocredit: www.dawnjacksonblatner.com)
D.J. Blatner in cucina (photocredit: www.dawnjacksonblatner.com)

Questi sono alcuni dei vantaggi salutistici dichiarati dalla nutrizionista in merito alla sua dieta. Vi sono poi tutti i vantaggi impliciti in termini di sostenibilità ambientale che l’adozione di questo modello comporta.

Considerando che potremmo essere in 10 miliardi entro il 2050, molti ricercatori infatti ritengono che sia assolutamente necessario diminuire i consumi di carne e scegliere modelli alimentari più ecosostenibili. Secondo uno studio pubblicato su Nature, gli stessi cambiamenti climatici non possono essere attenuati senza passare a modelli di dieta più vegetariani.

Una dieta “flexitariana” potrebbe ridurre di oltre la metà le emissioni di gas serra dell’industria alimentare e ridurre l’uso di fertilizzanti e lo sfruttamento del suolo.

Nel 2050 potremmo essere in troppi in una terra distrutta da troppi sfruttamenti (photocredit www.express.co.uk)
Nel 2050 potremmo essere in troppi in una terra distrutta da troppi sfruttamenti (photocredit: www.express.co.uk)

Si diceva una volta dieta mediterranea

Di dieta flexitariana se ne sente parlare da diversi anni e diverse star, come Paul McCartney, Gwyneth Paltrow, Emma Thompson, lo chef Jamie Oliver, si dichiarano suoi seguaci… ma in fondo, la dieta mediterranea non dice le stesse cose?

La piramide della dieta mediterranea secondo la fondazione Veronesi (www.fondazioneveronesi.it)
La piramide della dieta mediterranea secondo la fondazione Veronesi (photocredit: www.fondazioneveronesi.it)

Spesso si sente parlare di nuove diete miracolose, alleate della natura e con la promessa di salvare noi e il pianeta, quando Ancel Keys già dal secolo scorso ha definito i caratteri di una dieta prevalentemente vegetale e con ridotto impatto ambientale: la dieta mediterranea. Questa dieta, “nata” proprio in Italia (e tanto trascurata anche da noi Italiani), è già una dieta vegetariana che prevede limitate assunzioni di carne, raccomanda di seguire la stagionalità e la località dei cibi e la gestione sostenibile dei campi.

Date a Cesare quel che è di Cesare… e alla dieta mediterraea ciò che è della dieta mediterranea!

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Fabio Scarnato