Cultura

La felicità dei “Pesci ad aprile” | Il nuovo spettacolo dei Centouno

«Non è mai troppo tardi per essere felici», parola di Flavio Moscatelli, uno dei tre protagonisti maschili dei Centouno, il collettivo di teatranti in scena questi giorni a Roma, al Teatro Tirso de Molina, con Pesci ad aprile.

Uno spettacolo dalla risata assicurata, che tra un ubriacone semi-muto, un Peter Pan testardo, un ipocondriaco poco (o troppo) zelante e una escort veggente, fa riflettere, parlando di vita, di felicità e del continuo evolvere degli esseri umani.

Pesci ad aprile

I Centouno sono ormai attivi da anni sulla scena culturale romana. I più attenti non si saranno certo fatti scappare i loro spettacoli intrisi d’ironia romana tra il Teatro Testaccio, Le Terrazze e il Tirso de Molina. Questa volta a divertire il pubblico è stato un nuovo spettacolo: Pesci ad aprile.

Spettacolo scritto, diretto e interpretato da Luca, Ezio e Flavio e arricchito dalla presenza al femminile della bravissima Flavia Mancinelli. Attraverso l’umorismo, infatti, i quattro ragazzi romani hanno messo in scena una rappresentazione col titolo che prende spunto dalla tradizione: pesce d’aprile.

Ma in questo contesto, i tradizionali scherzi del primo del mese che verrà a breve, sono sostituiti dai dubbi che la vita mette in serbo a chi sta entrando nella terza decade di esistenza. E soprattutto sono sostituiti dalla volontà di continuare a pescare fino a trovare il pesce adatto al proprio retino. E quindi la trasformazione in Pesci ad aprile è presto fatta.

Flavio Moscatelli e Luca Latino, due dei tre attori di Centouno (foto: Centouno)

La trama

Un ragazzo “quasi trentenne” chiuso nella sua casa – appena ereditata dalla defunta nonna – è in preda all’ansia perché di lì a un mese dovrà sposare la ragazza con la quale è fidanzato da dieci anni. Ma i dubbi lo assalgono, lo turbano, lo confondono e lo angosciano: è davvero ciò che vuole per la sua esistenza? E per sedare le intime ansie che colgono gli essere umani prima di un cambiamento importante, chi c’è di meglio della propria madre?

Ecco, i problemi, però, sorgono quando la propria madre è impegnata in altro. Ed è proprio il caso di questo spettacolo. Così, il futuro marito – in preda al panico e a una crisi nevrotica – non può far altro che ripiegare sugli amici. Saranno infatti i suoi due testimoni di nozze (e amici pescatori) a prenderlo in “cura”. Uno con la sindrome di Peter Pan, l’altro ubriacone e affetto da mutismo selettivo.

Ma il vero snodo della trama arriverà quando, per dirimere i propri dubbi, irromperà nelle vite dei tre amici la escort chiamata per animare l’addio al celibato. Un intervento che sbroglierà l’intrigo, ma non nella maniera in cui ci si potrebbe aspettare da una escort. Cioè attraverso il suo secondo lavoro: la “chiaroveggente”.

Il sale della vita

Pesci ad Aprile è uno spettacolo che parla di sentimenti e di coppie che sono (o si ritengono) innamorate. Ma parla anche e soprattutto di angoscia. Un’angoscia che ristagna nel personaggio dell’ipocondriaco (non) zelante, che sente su di sé un senso di pesantezza e di ingabbiamento. Senso tipico di chi si avvicina alle responsabilità della vita adulta e che teme possa fargli prendere decisioni sbagliate.

Di fatto lo spettacolo dei Centouno parla di coraggio e di consapevolezza, doti decisive per affrontare ogni problema della vita, alla ricerca della felicità (che però non è detto che arrivi nel modo sperato). Tutto questo è messo in scena attraverso una risata praticamente continua lungo l’intera ora e mezzo di commedia. «Non è mai troppo tardi per raddrizzare una situazione ed essere felici» mi ha rivelato Flavio alla fine dello spettacolo, «tanto [l’amore, ndr] non è una gara».

I tre ragazzi Centouno e Flavia Mancinelli a fine spettacolo (foto: Centouno)

Quella dei Centouno è una narrazione sincera, che denota un tasso di maturità elevato nonostante nessuno di loro sia ancora arrivato a spegnere la trentesima candelina. Uno spettacolo fatto dai giovani, per i giovani, ma non solo: «Volevamo raccontare qualcosa di vero, che conosciamo bene e che si rivolgesse a tutti attraverso l’ironia (che è il sale della vita!). Tanto ai trentenni – e a chi ci deve ancora arrivare – quanto a chi è già passato per quella fase. D’altronde, è risaputo, è attorno ai 30 che l’approccio alla vita cambia» ha risposto ancora Flavio alla domanda riguardo cosa li avesse spinti a raccontare una storia del genere.

Al netto di tutto, se avete mai avuto un dubbio in vita vostra e non siete stati in grado di farvici due risate sopra, o se state ancora cercando di capire come tentare di essere felici, o pensate di aver sbagliato qualche scelta lungo la vita, vi consiglio di andare a vedere Pesci ad aprile, una felice angoscia che vi farà riflettere sull’esistenza e sull’amore.

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