“La Meccanica dei Mostri”, la recensione

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Di Redazione Metropolitan

Fino al 6 gennaio 2020, al Palazzo delle Esposizioni, c’è “La Meccanica dei Mostri”, mostra dedicata al maestro degli effetti speciali Carlo Rambaldi

Ricordiamo tutti la prima volta che abbiamo visto “E.T. – L’Extraterrestre” e ci siamo subito affezionati a quell’affettuoso alieno. Gli amanti del cinema poi non dimenticheranno mai la versione anni Settanta di King Kong, nella quale ci si immedesimava nel gigantesco gorilla portato così lontano da casa. E chi potrebbe mai scordare il terrore provato davanti ad Alien?

Ebbene tutti questi “mostri”, buoni o cattivi che fossero, hanno un solo papà: Carlo Rambaldi. Mago della meccanica e del design artistico, Rambaldi era il re degli effetti speciali, prima dell’avvento della CGI e delle animazioni 3D.

A sette anni dalla sua scomparsa, il Palazzo delle Esposizioni lo omaggia con la mostra “La Meccanica dei Mostri – Da Rambaldi a Makinarium“, visitabile fino al 6 gennaio 2020. Si tratta di un percorso diviso in due sezioni, che ricostruisce il lavoro e la passione di Rambaldi, per poi arrivare ai suoi “eredi”, il gruppo Makinarium, che dal 2014 promuove un ritorno agli animatronics.

E.T., uno dei mostri di Rambaldi
E.T. da un’immagine del film di Spielberg

Dall’anatomia alla meccanica

Capiamo che dietro alla mostra c’è un’organizzazione intelligente e appassionata ancora prima di entrare. Infatti “La Meccanica dei Mostri” è abbinata a un’altra esposizione, “Sublimi Anatomie”, che indaga le forme e le proporzioni del corpo umano.

Attraversandola per raggiungere la mostra al piano superiore, abbiamo uno scorcio sulla base del lavoro di Rambaldi: uno studio certosino delle forme anatomiche.

L’accuratezza del maestro degli effetti speciali nello studio dei movimenti si vede fin dai suoi primi pupazzi che conservano fattezze cartoonesche. Vediamo poi l’evoluzione dello stile di Rambaldi attraverso gli schizzi preparatori di figure animali, dove i movimenti sono protagonisti di uno studio quasi maniacale.

E’ così che si arriva alla nascita di figure meccaniche e al tempo stesso vitali, così verosimili da riuscire a mettere nei guai il loro creatore. Nel 1971 infatti, dopo il film di Lucio Fulci, “La lucertola dalla pelle di donna“, dovette deporre in una causa per maltrattamento sugli animali. A portarlo alla sbarra, una scena di vivisezione di cani, ovviamente finti, ma così realistici da turbare il pubblico.

La meccanica dei Mostri: un bozzetto di E.T. con la figura intera, la struttura ossea immaginaria e la struttura meccanica
E.T. e le sue fasi di lavorazione, dalla mostra “La Meccanica dei Mostri- da Rambaldi a Makinarium”

Tra i protagonisti indiscussi de “La Meccanica dei Mostri“, c’è il già citato ET, di cui vediamo diversi modelli e fasi di lavorazione. A partire dal volto, modellato a sul muso di un gatto, fino alla struttura ossea, mai realizzata, ma disegnata per creare gli 85 punti di movimento dell’animatronic.

Infine vediamo diverse componenti dell’alieno, dalla pelle di gomma allo scheletro metallico.

Grazie ad importanti prestiti dell’Istituto Luce e Rai Teche è Rambaldi stesso ad illustrarci i segreti del mestiere, rivelandoci ad esempio che erano sempre le stesse persone a muovere un determinato animatronic, così che il movimento fosse sempre coerente.

Gli eredi di Rambaldi

La seconda parte della mostra vede come protagonisti gli “eredi” di Rambaldi, ossia il Gruppo Makinarium. Nato nel 2014 per le riprese del Racconto dei Racconti di Matteo Garrone, il team, fondato da Leonardo Cruciano e Angelo Poggi, mescola make up, animatronics e digitale.

"La pulce", tra i mostri di Makinarium al Palazzo delle Esposizioni, da una scena del film "Il Racconto dei Racconti"
“La pulce”, tra i mostri di Makinarium al Palazzo delle Esposizioni, da una scena del film “Il Racconto dei Racconti”

L’uso di nuovi materiali plastici e tecnologie meno ingombranti, dà alle opere del gruppo, una verosimiglianza impressionante, che rischia di turbare i visitatori più sensibili.

L’ala dedicata a Makinarium sembra voler dare un “finale aperto” alla carriera di Rambaldi, che ancora oggi ispira il lavoro di molti.

L’artista

Carlo Rambaldi nel 2010
Carlo Rambaldi nel 2010, fonte: WikiMedia Commons

Carlo Rambaldi (1925-2012) è stato un artista ed effettista italiano, noto in campo internazionale per i suoi animatronics. Il suo esordio nel cinema avviene nel 1956 dopo la laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nella sua lunga carriera vince tre Oscar per i migliori effetti speciali per i film King Kong (1976), Alien (1979) e E.T. – L’Extraterrestre (1982).