La Morte di Adone torna a Palazzo Farnese dopo due anni

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Di Redazione Metropolitan

L’affresco che trovava a Palazzo Farnese finalmente torna a rispendere e soprattutto ritorna al suo posto. Il restauro della Morte di Adone ha visto collaborare diverse autorità e ha richiesto il lavoro di due anni da parte degli esperti.

La vicenda della Morte di Adone

La morte di Adone del Domenichini fa parte di un ciclo di tre affreschi realizzati tra il 1603 e il 1604 nel cosiddetto Casino della Morte in via Giulia, un edificio che il Caridinale Odardo Farnese fece costruire nel ‘600 come dépendance  del palazzo di famiglia. Ora palazzo Farnese è di proprietà dello Stato Italiano ed è attualmente la sede dell’Ambasciata francese in Italia. La scena rappresentata nell’affresco è il momento in cui Venere ritrova il suo amato Adone, colpito a morte da un cinghiale. Venere, appena scesa da un cocchio dorato trainato da Cupido, è il ritratto del dolore per aver appena perso la sua metà. Questo affresco è parte del ciclo che narra i racconti mitologici di Ovidio nelle celebri “Metamorfosi”.

Il restauro della Morte di Adone ha richiesto due interi anni di lavoro ed è il frutto della collaborazione tra Ambasciata di Francia a Roma, Istituto Centrale per il Restauro e la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della capitale. Le autorità che si sono adoperate per dare una nuova vita a questa opera d’arte.

L’ambasciatore francese lancia un messaggio

È grazie a questo grande ritorno dell’affresco che l’ambasciatore francese in Italia, Christian Masset lancia un messaggio chiaro in questo momento buio della storia europea: “In questa guerra atroce all’Ucraina si distruggono case, vite delle persone, ma anche il patrimonio culturale, che è quello che costituisce una nazione”. Sottolinea che a Palazzo Farnese si stanno impegnando per la “conservazione” di tali beni culturali.

La Morte di Adone è situata proprio all’entrata della residenza dell’ambasciatore francese e sarà possibile ammirarla durante il 14 luglio, per la festa e successivamente durante le Giornate del Patrimonio il prossimo settembre

Camilla Tecchio

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