“La partita del secolo”, un racconto dedicato alla semifinale di Messico 70′

Foto dell'autore

Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo letterario di StoryLine. Il 17 giungo di 52 anni fa si disputava in Messico la semifinale mondiale Italia-Germania Ovest finita 4-3. Alla leggendaria partita del secolo è ispirato il racconto di oggi.

Gianpaolo Messeri guardava incuriosito la folla invadere Campo de’fiori e scambiarsi pallonate mentre tutti festeggiavano il miracoloso ritorno dell’Italia ad una finale mondiale 12 anni dopo il 1994. Gianpaolo sorrise pensando che a dare questa gioia era stato tra l’altro il goal di un giocatore quasi sconosciuto. Questo lo fece volare ancor di più con la fantasia pensando che anche lui da uomo qualunque sarebbe stato tra quattro giorni l’eroico studente universitario con un 30 in un esame quasi impossibile da superare a pieni voti come il famigerato orale di Analisi comparata del linguaggio cinematografico e letterario. Gianpaolo era completamente assorto nelle sue fantasie mentre giocava la sua partita del secolo quando urtò una ragazza facendole inavvertitamente cadere il suo bicchiere di plastica contenente un mojito da poco acquistato. Giampaolo improvvisamente tornò alla realtà pensando che una cosa del genere fosse già capitata ma non ricordava quando mentre cercò di aiutare e di scusarsi con la vittima della sua stupidaggine

La partita del secolo, 1970-2006

La partita del secolo, fonte an1198

Roberto Messeri si riprese dallo spavento mentre un’ignara ragazza si rialzava dopo la pallonata tiratale in faccia durante i festeggiamenti a Trastevere. Era l’estate del 1970 e se il caldo non aiutava a studiare e di certo la situazione sarebbe drasticamente peggiorata con l’Italia di Valcareggi che era arrivata in finale. In quel momento più che l’imminente esame di fisica quantistica interessava a Roberto di non aver provocato nessun danno grave a quella ragazza. “Mi chiamo Roberto..Scusami non volevo colpirti”, si precipitò a dire in tonno improvvisamente familiare. “Lucia.. e non capirò mai tutto questo inutile fracasso”. “Abbiamo vinto 4-3, siamo finalmente in finale dopo la partita del secolo”. “La vera partita del secolo sarà riuscire a prendere un altra birra con questo casino”. Roberto rise e, accortosi della bellezza della ragazza, la convinse ad aspettarlo mentre andava a procurargli una birra sfruttando la sua amicizia con un barista della zona.

Mi chiamo Giampaolo”, disse un giovane ragazzo ad una ragazza nella calda estate romana del 2006. “Ingrid”, rispose ricomponendosi. “Sei nordica?”, riprese Gianpaolo cercando di deviare dall’accaduto con il suo tono scherzoso. “Tedesca”, rispose Ingrid irritata. “Oh scusa eh”, fece per l’ennesima volta Gianpaolo guardandola spaventato. “Se è per la partita non me ne frega niente ma se per il cocktail va bene”, sorrise Ingrid. Gianpaolo rise di gusto pensando ancora al déjà vu che non aveva ancora capito poi disse: “Se ti va conosco un ottimo bar posso ricomprartelo”. “Cosa il mio orgoglio o il cocktail?”. “Non hai detto che la partita non ti interessava?”. “Si ma sono caduta davanti a tutti e non è bello”. “L’importante è resistere e rialzarsi”, fece Giampaolo indicando un bar oltre la statua di Giordano Bruno. Ingrid rise di gusto mentre s’incamminarono e Giampaolo pensò a come giocare una partita che improvvisamente gli era capitata.

Un amore inaspettato

Roberto fece cenno al suo amico barista che gli allungò due birre mentre continuava a civettare con Lucia. Muovendosi discretamente era venuto sapere che la ragazza era pugliese e che era venuta a Roma a studiare recitazione sognando una parte accanto ad Albertone. Lui le aveva detto di essere un piccolo ricercatore di fisica, tutto casa e laboratorio, con molta sorpresa. Roberto non sapeva mentire pur sapendo che ogni volta che tirava in ballo il suo lavoro era una pietra tombale di noia sulla persona da conquistare. Lucia invece si dimostrò sorpresa e chiese diverse cose a Roberto che decise di ricambiare con altrettante domande sulla recitazione.

Così tra un atomo ed un metodo Stanislavskij si ritrovarono qualche ora dopo teneramente abbracciati nella piazza di Santa Maria in Trastevere. L’orologio della chiesa scandiva la mezzanotte ricordando a Roberto l’imminente esame per il dottorato che se superato gli avrebbe dato la possibilità di un nuovo finanziamento per le sue ricerche. Eppure Lucia, quel piccolo incredibile primo amore nato per caso, sembrava attirarlo verso una direzione inaspettata della vita mentre cresceva la preoccupazione per quello che la sua ragione gli voleva far passare come un grave impedimento.

La partita del secolo, Amore o esame?

Giampaolo si era lasciato andare nonostante l’incredibile vortice che gli balenava in testa e si era ritrovato a casa sua a letto con Ingrid. Non era riuscito ad addormentarsi e, per non svegliare la sua bella ospite, si era rivestito lentamente e per poi andare in soggiorno sfruttando l’assenza dei suoi coinquilini. Prima di uscire dalla stanza fissò i libri sulla scrivania domandandosi se non avesse commesso un grave errore pensando all‘imminente esame di Analisi comparata del linguaggio cinematografico e letterario che gli sarebbe potuto valere un buonbiglietto da visita per un master a Los Angeles. Una situazione che ave già sentito ma dove? Si chiese mentre lo sguardo finiva su una vecchia sveglia anni 70′ che gli aveva regalato suo zio Roberto. Si ricordò allora della storia che gli aveva raccontato e di come avesse rinunciato al suo unico amore in nome della scienza e del successo che lo aveva fatto diventare, a suo dire, un felice scapolo ultracinquantenne.

Epilogo

La soluzione al suo déjà vu mise ancora più indecisione nella mente di Gianpa0lo che per distrarsi si mise davanti al televisore. Si ritrovò a guardare immagini della recente vittoria italiana che veniva paragonata a quella degli anni 70′ in Messico. I vecchi video di Rivera gli fecero venire in mente le storie dello zio che, a suo dire, non si era rovinato la vita non rinunciando alla sua carriera per amore ma che poi si ritrovava a chiamare spesso a casa perchè si sentiva molto solo. 36 anni dopo Gianpaolo si era trovato nella stessa situazione ma mentre si stava preparando a cacciare Ingrid di casa con la scusa dell’esame qualcosa cambiò nella mente. Un improvviso palpito del cuore e la vista di quella ragazza che dormiva dolcemente gli ricordarono qualcosa da non dimenticare. Qualche minuti dopo Gianpaolo era di nuovo a letto ormai consapevole che la partita del secolo più importante da giocare era quella dell’amore.

Stefano Delle Cave