Non passa la sfiducia al governo sulle pensioni, Macron è salvo per 9 voti. In Francia esplode la rabbia, la notte è passata tra scontri e arresti.
Francia: il governo è salvo ma esplode il dissenso
Non passa la sfiducia al governo per soli nove voti, la riforma delle pensioni è legge. Nella nottata è stata alta la tensione in tutto il Paese. Come riportato dall’ANSA solo a Parigi sono state fermate 142 persone e attualmente 2000 agenti della polizia sono impegnati a mantenere l’ordine.
Non solo Parigi ma anche Strasburgo e Lione hanno partecipato alle proteste contro il governo. Cortei spontanei e improvvisati continuano a fare irruzione in diversi quartieri della capitale. Alcuni gruppi arrivano correndo, incendiano cassonetti, danneggiano vetrine e scappano verso altri quartieri. La polizia cerca di controllare la situazione caricando e sparando lacrimogeni.
Appena uscita la notizia dell’approvazione della riforma delle pensioni la rabbia è esplosa in pochi minuti in piazza. La maggioranza del paese non accetta la decisione parlamentare che per 9 voti ha salvato il governo di Elisabeth Borne e l’odiata riforma. Adesso l’età minima per la pensione in Francia passera da 62 anni a 64.
Il deputato di sinistra Jean-Luc Mélenchon ha ribadito di passare alla “sfiducia popolare”, invitando i francesi a non arrendersi e a proseguire la battaglia “con le manifestazioni, con gli scioperi”.
Il paese rischia il blocco
Dopo giorni di tensioni, proteste e scioperi, adesso la Francia rischia il blocco totale con gli studenti pronti a scendere in piazza e interi settori lavorativi, dalle raffinerie ai trasporti passando per la nettezza urbana e la sanità, pronti a manifestare “fino al ritiro”. I sindacalisti ora sono più uniti che mai.
Dai salotti dell’Eliseo trapela agitazione. Nove voti potrebbero non bastare a garantire il governo di Elisabeth Born, che potrebbe essere sacrificata per consentire un cambio di rotta. Nupes, il partito di Melenchon, insieme al gruppo indipendente Liot e a Rassemblemnt National di Marine Le Pen hanno presentato le due mozioni di censura, equivalenti alle nostre mozioni di sfiducia e tutta la sinistra ha già presentato un ricorso al Consiglio costituzionale per possibili problemi di legittimità della legge di riforma.
Si attende che Manuel Macron prenda finalmente la parola per ritrovare sintonia con i francesi, al momento è ai minimi della popolarità, meno del 28% dei consensi, come ai tempi dei “gilet gialli”. Il presidente riceverà domani mattina la premier francese e poi la sera tutti i rappresentanti della maggioranza.
Simona Alba
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