La Sicilia è zona gialla: cosa cambia da oggi e cosa si può fare

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Di Redazione Metropolitan

La Sicilia ha i parametri da zona gialla e da oggi, lunedì 30 agosto, varranno le nuove regole. Che cosa cambia rispetto alla zona bianca? I territori che vengono raggruppati nella zona gialla devono rispettare le norme del Decreto Covid approvate lo scorso 21 aprile dal Governo Draghi. Le regole riguardano soprattutto gli spostamenti e la riapertura di bar, ristoranti, cinema, teatri e mostre. In tutta Italia è stato abolito il coprifuoco, che quindi non è più valido in zona gialla, e gli spostamenti sono liberi, sia tra Comuni che tra Regioni. I ristoranti sono aperti sia al chiuso che all’aperto, ma il limite di commensali al tavolo è di quattro persone. Cambiano anche le regole per le mascherine, che restano obbligatorie sia all’aperto che al chiuso. Ecco cosa si può e cosa non si può fare

In zona gialla i ristoranti sono aperti anche al chiuso, resta sempre consentito il servizio di asporto e la consegna a domicilio. Possono sedersi al tavolo al massimo quattro persone, a meno che non si tratti di conviventi, con una distanza minima di un metro tra i commensali. In zona gialla sono consentiti tutti gli spostamenti: all’interno del proprio Comune, tra Comuni diversi e tra Regioni. Decade anche il coprifuoco, quindi non ci sono più limiti orari alla circolazione e non è più necessaria l’autocertificazione. In zona gialla sono aperti i cinema, i teatri e i musei, le sale da concerto. Le regole sono stringenti. La distanza di sicurezza tra gli spettatori è di almeno un metro, la capienza delle sale non deve superare il 50 per cento del totale. Si prevede un massimo di 1.000 persone all’aperto e 500 negli spazi chiusi e bisogna sempre indossare la mascherina. I negozi nei centri commerciali sono aperti nel weekend e nei giorni festivi. Tutti i negozi sono aperti, pur nel rispetto delle norme anti-Covid. In giallo, dal 16 settembre, didattica in presenza al 100 per cento per le scuole primarie e secondarie di primo grado, mentre per le scuole superiori la didattica in presenza comprenderà dal 70 al 100% delle ore di lezione.

A preoccupare, però, sono gli alti numeri del contagio, che fanno temere un ulteriore aggravamento delle restrizioni a breve: “Le previsioni vanno fatte a 21 giorni, di conseguenza tra 21 giorni non vedrò ancora una contrazione del numero di contagi e non la vedrò a maggior ragione con il passaggio in giallo, è il risultato di questo sistema”, continua Pomara. Intanto, l’ultimo rilevamento quotidiano del 28 agosto vede la Sicilia sempre in pole position con 1.369 nuovi contagi – da due settimane è sempre stabilmente sopra i mille contagi -, seguita dal Veneto con 864 e dall’Emilia Romagna con 686. Primato siciliano anche per i ricoveri: in terapia intensiva sono 108 in Sicilia, prima regione in tutta Italia, seguita dal Lazio con 72 ricoveri. Sono, invece, 806 i ricoverati in reparti Covid ordinari, quasi il doppio del Lazio, che segue la Sicilia con 441 ricoverati. Mentre l’isola presenta un’incidenza di oltre 200 casi di positivi ogni 100mila abitanti, quando la soglia massima per passare di zona è di 50.

Un impegno tardivo, per le opposizioni, che puntano il dito: “Il giallo non è un segno del destino cinico e baro ma una responsabilità del governo regionale che dimostra la sua inadeguatezza a contenere la pandemia ma anche nella campagna di vaccinazione mantenendo un’ambiguità inaccettabile con assessori che dichiarano che non vaccineranno i loro figli (Manlio Messina, assessore al Turismo, ndr)”, tuona Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Pd, in questi giorni in giro per la Sicilia per le feste dell’Unità. E continua: “Un immobilismo e un’ambiguità che stanno provocando un danno economico, vanificando l’ultima coda della stagione turistica e un danno sociale, mettendo a rischio la riapertura in sicurezza delle scuole”.