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La stampa italiana non sa parlare di politica giovane e donna

La confessione di Alexandria: io, vittima di violenza sessuale.” “Alexandria in lacrime.” “La rivelazione shock.” Queste solo alcune delle gemme uscite dalla copertura stampa italiana, al solito sensazionalistica e strappalacrime. Deludenti come sempre, ma non una sorpresa, visto che vengono dagli stessi giornali che descrivono i femminicidi come “raptus di gelosia” o “delitti di passione”.

Non è solo una questione di scelte lessicali. Ricordiamoci che Alexandria Ocasio-Cortez non è una celebrità qualsiasi, né un’assidua frequentatrice di salotti televisivi in cui racconta i suoi affari di cuore. Si tratta di una forza della natura. Nel 2019, appena 29enne e sconosciuta ai più, ha spodestato Joe Crowley, eletto al Congresso per ben sei volte consecutive. La decisione di raccontare la sua storia sui social è una mossa calcolata, prova di forte acume politico. E lo è anche il tono vulnerabile e emotivo del discorso.

Alexandria Ocasio-Cortez durante una delle sue "confessioni" a detta della stampa italiana
Alexandria Ocasio-Cortez live su instagram. Photo credits: dal web

La vulnerabilità in pubblico è uno strumento di attacco politico, non uno “sfogo”

Tutt’altro che un semplice impulso a “confessarsi”, come se nella sua voce si fosse mai percepita vergogna. Si tratta infatti di una scelta intelligente, presa con determinazione. È la stessa determinazione con cui sta spingendo perché i suoi colleghi parlamentari subiscano le conseguenze dell’aver istigato le violenze del 6 Gennaio a Capitol Hill. Uno dei suoi obiettivi principali è Ted Cruz, il senatore Texano, che Alexandria Ocasio-Cortez accusa senza mezzi termini di averla provata a far uccidere.

“Sono felice di lavorare su questa situazione con altri Repubblicani dove troviamo terreno comune, ma tu mi hai quasi fatto ammazzare 3 settimane fa, quindi stavolta puoi restare in panchina. Nel frattempo se vuoi aiutarci puoi dare le dimissioni” twitta Alexandria Ocasio-Cortez a Ted Cruz, dopo che questi esprime il suo sostegno ad una posizione espressa dalla deputata.

Ted Cruz, infatti, è stato uno dei pochissimi Repubblicani a sostenere la fake news dei brogli elettorali fino al giorno dell’insurrezione. Ha annunciato che si sarebbe opposto in Senato alla certificazione del risultato delle elezioni. In un discorso in Georgia, il 3 Gennaio, ha persino invitato i suoi sostenitori a “scendere in campo per difendere la libertà del nostro Paese”. Come se non bastasse, durante l’insurrezione stessa, ha lanciato una campagna di raccolta fondi via SMS per sostenere la sua contestazione del risultato elettorale.

Ocasio-Cortez esigeva le sue scuse, e adesso insiste per le sue dimissioni. Non sembra probabile che otterrà ciò che vuole, dato che si vocifera persino di una possibile futura candidatura di Cruz alla presidenza. Ma l’impeto è lodevole, o almeno comprensibile: AOC, essendo simbolo di tutto ciò che i Repubblicani disprezzano, è stata nel loro mirino per anni. Sembra solo naturale che si sia stancata. Soprattutto dopo un’insurrezione armata che l’ha fatta sentire in pericolo di vita.

La stampa italiana, affamata di tinte fosche, non sa come parlare di violenza senza insultare le donne

Ma di tutti questi intrighi politici alla stampa italiana interessa ben poco, non quando c’è il dettaglio pruriginoso della violenza sessuale. La parlamentare viene chiamata per nome da giornalisti che sicuramente con lei sono in confidenza invidiabile. E sulle pagine dei quotidiani italiani “si sfoga”, “piange” e “grida”. Un attacco di isteria, insomma, o di emozioni femminili – sarà quel periodo del mese?

Purtroppo, Ocasio-Cortez non ha fornito nessun dettaglio sull’episodio di violenza subita. Si tratta indubbiamente di una decisione tragica per i poveri articolisti di cronaca nera. Chissà se hanno loro smesso di prudere le dita, al pensiero di una protagonista di così alto profilo per una delle loro colonnine. Che si consolino con gli “orchi” tutti italiani. Del resto, nel 2020 i femminicidi sono arrivati a contare il 40% degli omicidi totali. È il dato più alto dal 2000.

Nelle ultime settimane, tristemente piene di queste tragedie, sono piovuti i titoli di cattivo gusto, insieme alle immancabili foto di donne rannicchiate nell’angolino meno illuminato dell’inquadratura. Invano viene fatto notare che la gelosia morbosa non è un’attenuante, che semmai i “motivi abietti e futili” costituirebbero un’aggravante. In questo contesto linguistico e culturale, sorprende davvero che le forze dell’ordine non prendano seriamente le denunce di violenza delle donne finché non è troppo tardi?

Non sappiamo nulla dell’aggressione sessuale subita da Ocasio-Cortez, e va bene così: nessunə sopravvissutə alla violenza ha l’obbligo di fornire dettagli. Perché non sono i dettagli il punto. Non nel discorso della deputata, che ha chiaramente fini politici completamente separati dalla questione della violenza di genere. Né nella strage di donne da parte di compagni, mariti ed ex. Urge cambiare i toni, e in fretta, se vogliamo arginare il problema.

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