“L’amore per la Meloni? Fugace come un peto”: il titolo del giornale SZ

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Di Redazione Metropolitan

Molte cose possono accadere soltanto in Italia. Molte altre, invece, solo parlando dell’Italia. Flüchtig wie ein Furz, “fugace come un peto”: questo il titolo che Süddeutsche Zeitung destina all’articolo di Oliver Meiler, che, lontano dal dare qualsiasi giudizio qualitativo di Fratelli d’Italia e della figura della leader “postfascista” Giorgia Meloni, parla più della fuggevole appartenenza politica degli italiani, che della natura dello schieramento politico o della sua agenda. “La cosa positiva,” continua Melier nel suo articolo, derivato da un colloquio con i giornalisti Filippo Ceccarelli e Aldo Cazzullo, “è che gli italiani si disinnamorano velocemente.” Ceccarelli poi chiarisce sul colloquio: “non ci si riferiva a un partito, ma al tradizionale e italianissimo fenomeno del salto sul carro del presunto vincitore.”

L’articolo di Meiler su SZ che scherza sulla “passionale” politicità semi-folklorica degli italiani: Meloni, la nuova “fiamma” del Paese e il suo destino fugace “come un peto”

Filippo Ceccarelli, che insieme ad Aldo Cazzullo ha dialogato con Oliver Melier sull’ondivago carattere italiano in politica

Il Bel Paese è tante cose: una bandiera, una terra, una moltitudine di usanze, tradizioni, costumi. Ma se c’è qualcosa che probabilmente accomuna è quello zeitgeist dell'”italianità“, quel carattere nazional-popolare che tanto ci piace quando siamo noi ad affermarlo e tanto ci fa straniare quando a farcelo notare sono gli “altri”. Il provocatorio titolo dell’articolo pubblicato dal giornale di Monaco di Baviera, Süddeutsche Zeitung, chiaramente, non riguarda Fratelli d’Italia e tantomeno la sua leader Giorgia Meloni. La fuggevolezza dell’amore politico degli italiani rientra a pieno nel carattere nazionale, nell’italianità con tutti i crismi e le contraddizioni carnevalesche. Non stupisce che a parlarne con l’autore del pezzo, Oliver Meiler, ci sia Filippo Ceccarelli, giornalista che da tempo guarda e racconta divertito la politica come un teatro bizzarro e italianissimo.

Quel Parlamento allargato che è la Repubblica Italiana e che si specchia nel Parlamento di Deputati e Senatori: “inni, tamburi, famiglie con la nonna che scoreggia, tutti cantano, tutti ballano, siamo fatti così, sempre chiassosi ed esaltati”, ha chiarito Ceccarelli. Insomma, una figura metaforica – infelice? – che farà discutere nei giorni a venire, ma che parla degli italiani come lo farebbe un italiano. Oliver Melier, nel resto dell’articolo, dialoga con Ceccarelli e Cazzullo della volatilità elettorale degli italiani, dell’inesistenza di una educazione alla sensibilità politica, del generale sentimento ondivago di appartenenza ideologica e politica che l’ultimo ventennio ha fatto dottrina. Un articolo che, come ogni pezzo di analisi politica, ha le sue ragioni e le sue sragionevolezze; il titolo, d’altra parte, con l’impatto polemico che – sornione – vuole provocare, probabilmente durerà più di un peto.

Alberto Alessi

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