L’app per spiare il telefono è una truffa

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Di Alessia Spensierato

Un’app per spiare il telefono del proprio partner, per scoprire con chi parla, localizzarlo e per leggere il contenuto delle sue conversazioni, esiste. Ma oltre a essere illegale e anche una truffa. Ne parla Veronica Ruggeri de “Le Iene” che raggiunge diversi degli utenti che hanno acquistato l’applicazione, in certi casi pagando anche 1.800 euro, ma che alla fine sono stati truffati perché l’app non sono mai riusciti neppure a scaricarla. 

L’app, che prometteva un accesso senza precedenti a chiamate e messaggi altrui, si è rivelata, stando al servizio andato in onda su Italia 1, solamente una bruttissima e volgarissima truffa.

Il sito è credibile e presenta piani di abbonamenti mensili con tantissime recensioni positive. Da qui, Giulia ha inviato un WhatsApp ricevendo una chiamata da una voce maschile che invoglia la donna ad acquistare il prodotto. I costi, però, non sono mica quelli indicati sul sito. “O 990 euro per due mesi oppure 1900 euro senza scadenza. Pagamento in un’unica soluzione”, spiega l’uomo. Dopo il pagamento, avrebbe ricevuto un link con il quale scaricare un software che spiava il compagno 24 ore su 24. La donna fa il bonifico ma non intestato a Mspytaly ma al nome della potenziale moglie: subito dopo, come risposta, si accorge di essere bloccata su WhatsApp e dell’uomo dall’altra parte del telefono non c’è più nessuna traccia. A quel punto la donna fa una recensione negativa ma viene contattata dall’amministratore del sito che le dice che non sarà possibile approvare i commenti se prima non presenta una fattura che, chiaramente, è inesistente. Persone come lei ne sono state truffate centinaia, tutti ingannati con lo stesso metodo. Per rendere credibili le recensioni, il o i truffatori avrebbero preso foto prese da profili Linkedin per commenti che, le persone interessate, non hanno in realtà mai fatto.

Veronica Ruggeri, noto volto del programma Le Iene, ha condotto un’indagine approfondita, scoprendo l’identità di colui che si cela dietro MspyItaly: Massimiliano Oliva. Il suo reportage ha gettato un po’ luce su quest’app che pare non brillasse di trasparenza.

Massimiliano Oliva, già condannato in passato per aver chiesto soldi a un imprenditore cinese dopo aver minacciato di chiudergli l’azienda. L’uomo rimasto impunito per la truffa dell’app avrebbe ideato un meccanismo articolato secondo il quale a pagarne le conseguenze sarebbero, per il momento, solo dei prestanome ai quali sono intestati i conti corrente dove confluirebbero i soldi della vendita illecita dell’app. Su di loro pendono diverse denunce. Veronica Ruggeri raggiunge anche loro che ammettono di aver ceduto il loro nome o il loro numero di telefono per poche centinaia di euro al fine di creare i diversi conti corrente sui quali arrivavano molti soldi che, però, non avrebbero mai prelevato. Grazie a loro riesce a raggiungere proprio il presunto truffatore che alla vista delle telecamere scappa senza fornire spiegazioni. 

Il servizio delle Iene, ora disponibile online a questo link, sta scatenando dibattiti accesi. Emerge ovviamente una riflessione: come è possibile che attorno all’applicazione MSpy siano state registrate così tante opinioni positive, a questo punto probabilmente false?