Nata a Roma sotto il segno del Leone del 1943, dotata di un’eleganza innata ed una determinazione conquistata, Laura Biagiotti è stata una delle più importanti stiliste del Made in Italy, nonché imprenditrice pioniera e ferrea femminista. Donatrice di un contributo tanto aureo quanto futurista al mondo della moda italiana, tra cui l’iconico bianco Biagiotti, lascia ai posteri aperta la porta del ricordo da ripercorrere attraverso le sue parole ed i suoi abiti.

Laura Biagiotti: un ritratto a tinte forti

Laura Biagiotti: un ritratto a tinte forti
Laura Biagiotti: un ritratto a tinte forti

Definita dal New York Times come “The Queen of Cashmere”, dal mondo del cinema “L’aura della moda” e da Vittorio Sgarbi come “Futurista d’ordine“, Laura Biagiotti è stata una donna all’avanguardia che scelse il proprio mestiere ereditandolo dalla madre Delia Soldaini Biagiotti che nel 1965 fondò l’atelier Biagiotti.  Dopo alcuni anni tra l’università di Archeologia e le collezioni della madre, decise di dedicarsi interamente alla moda, iniziando a lavorare sin da subito per grandi stilisti dell’epoca, come Rocco Barocco, Loewe e tanti altri, i quali riconobbero nel suo stile una totale incarnazione del gusto borghese, stupendamente femminile tanto da coniare “donna bambola” per descrivere i suoi modelli. Nel 1972 la signora della moda, con il sostegno del marito Gianni Cigna (nato anch’esso il 4 Agosto) fonda l’omonimo brand e presenta la prima collezione (ovviamente ospitante già l’amato e simbolico cashmere) presso la Sala Bianca di Giorgini, a Firenze. Da lì in poi la stilista non solo divenne pilastro della storia del Made in Italy, ma un simbolo mediatico capace di dar voce e presenza alle donne che fino ad allora erano lontane dall’esser protagoniste della scena imprenditoriale.

L’aura: Futurista d’ordine, Donna d’avanguardia

La missione imposta dalla nascita delle Maison di trasformare la necessità di coprirsi in abbigliarsi venne colta appieno dalla signora della moda, la quale riuscì a trasferire la passione per l’arte e l’indole per il mecenatismo nei propri abiti e nelle proprie sfilate. Iniziò così, negli anni Ottanta, un percorso chiaro di valorizzazione che la portò la stilista a ristrutturare il Castello di Marco Simone di Guidonia, presso cui decise di trasferire la propria residenza e la propria sede aziendale. Altro importante mecenatismo ha riguardato il pittore futurista Giacomo Balla, la cui intera collezione venne non solo acquistata dalla Maison, bensì trasferita su stoffa al fine di creare una collezione portatrice della visione condivisa con lo stesso autore che aveva tentato di precederla: estetizzare il mondo. E a proposito di mondo, la stilista come ulteriore opera di mecenatismo (ma questa volta internazionale) nel 1988 fu la prima ad esplorare l’Oriente, facendo sfilare lungo la Muraglia Cinese ben trenta modelle e, negli anni successivi, continuò l’impresa pionieristica presso la Piazza Rossa di Mosca. Una donna incredibile, d’avanguardia.

L’aura: Futurista d’ordine, Donna d’avanguardia
L’aura: Futurista d’ordine, Donna d’avanguardia

Roma: tre generazioni ed un profumo

La vita incredibile di Laura Biagiotti non è stata di certo esente di sofferenza. La perdita in primis della madre Delia, e poi la precoce scomparsa del marito Gianni la fece cadere più volte, ma la figlia Lavinia ed gli straordinari risultati raggiunti le permisero di andare avanti.

Laura e Lavania Biagiotti Cigna
Laura e Lavinia Biagiotti Cigna

Come un fil rouge, portò avanti una preziosa collezione di profumi che vide luce dagli anni dieci del Novecento per mano della madre e che portò Laura a formulare uno dei profumi più conosciuti al mondo: Roma. Ora, la collezione di profumi e l’eredità mastodontica della stilista è nella mani della figlia Lavinia, unica in grado di custodire e preservare l’impero della Regina del Cashmere.

Marta Olivieri

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