Lavoro, nel 2019 dimissioni per 51 mila neo genitori: in sette casi su dieci a lasciare è la madre

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Di Redazione Metropolitan

L’Italia non è un Paese per donne. Lo confermano i dati diffusi dall’ultimo rapporto dell’Ispettorato del Lavoro, secondo il quale nel 2019 sono state 38 mila le neo mamme a lasciare la propria occupazione. I neo genitori che hanno lasciato il lavoro sono stati in totale 51 mila.

Lavoro, 38 milla neo mamme danno le dimissioni

Sette volte su dieci tocca alle neo mamme lasciare il posto di lavoro: soltanto nel 2019, infatti, sono state in totale quasi 38 mila. L’Ispettorato del lavoro ha analizzato un mercato italiano dove le donne – in particolare con figli – hanno maggiore difficoltà a conciliare il lavoro e la famiglia. I padri che invece hanno rassegnato le dimissioni sono quasi 14 mila.

Nella quasi totalità dei casi analizzati nel rapporto si tratta di dimissioni volontarie (49 mila su un totale di 51 mila). Sono stati emessi – come si legge nel Rapporto – 51.558 provvedimenti di dimissioni, con un “leggero” incremento sull’anno prima (+4%). E “come di consueto la maggior parte ha riguardato le madri”. Si tratta del 73% dei casi.

Oltre a quelle volontarie, si parla anche di dimissioni per giusta causa (1.666 in totale): queste avvengono qualora una delle due parti rilevi un inadempimento da parte dell’altra. La conseguenza è un’uscita anticipata dal rapporto di lavoro o in tronco. Non rilevante in termini numerici, infine, il numero delle risoluzioni consensuali (884), ovvero quando entrambe le parti decidono di cessare il rapporto.

Perché le donne lasciano il lavoro?

Un’altra sezione del Rapporto indaga sulle cause che portano le neo mamme alle dimissioni: in primo luogo si parla di difficoltà a “conciliare l’occupazione lavorativa con le esigenze di cura della prole”. Sono quasi 21 mila i casi di mamme che sono costrette a restare in casa a curare i propri figli in assenza dei nonni o di persone che possano prendersene cura. Affidarli agli asili nido o ingaggiare una baby sitter, inoltre, nella maggior parte dei casi è una scelta troppo onerosa. I sussidi, purtroppo, non bastano.

Per 20 mila casi, invece, la reale motivazione delle dimissioni è da ricercare nel “passaggio ad altra azienda”.