Lazio, un derby senz’anima

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Di Redazione Metropolitan

Si conclude nel peggiore dei modi la “marcia trionfale” di settembre per la Lazio, fatta di 5 vittorie su 5 tra campionato ed Europa League. E si conclude con la più brutta delle sconfitte nella partita per eccellenza, contro gli eterni rivali della Roma.

Un risultato netto, che non lascia adito a scuse, un 3 a 1 che suona come uno schiaffo sonoro alla squadra di Inzaghi e a tutta la tifoseria laziale. Una brutta Lazio, che fin da subito ha dato l’idea di non vincerla: troppi sbagli nell’area avversaria, troppe giocate sterili e soprattutto un atteggiamento sbagliato fin dall’ingresso in campo!

Solo Immobile, autore del momentaneo pareggio, Lucas Leiva, Luiz Felipe e Lulic (poi sostituito) si salvano in parte da questo disastro generale: almeno hanno dato l’idea di voler combattere, di giocare a viso aperto e di non mollare. Degno di nota l’intervento difensivo in scivolata del difensore brasiliano intorno al minuto 25 su Florenzi, che ha evitato un più che probabile vantaggio romanista. Vero è che anche Luiz Felipe ha commesso degli errori come tutta la difesa e si è perso Fazio nel 3 a 1, tuttavia il ragazzo, a dispetto dei suoi 21 anni, dimostra una personalità da vendere. Lucas Leiva è il solito “Mister Wolf”, copre come può la squadra e sbroglia un paio di situazioni, peccato che la barca biancoceleste, oggi, faceva acqua da tutte le parti. Immobile spreca una ghiotta occasione per l’immediato pareggio nel primo tempo, ma non molla mai fino alla fine e gioca con il coltello tra i denti su ogni azione, tanto da costringere all’errore Fazio nell’azione che porta al provvisorio 1 a 1 al 67′. 

L’errore di Caceres che regala il vantaggio alla Roma (PHOTO CREDITS: Corriere dello Sport)

Per il resto è notte fonda in casa laziale: malissimo Luis Alberto, che sbaglia tutto quello che si poteva sbagliare, favorisce più di una ripartenza pericolosa dei giallorossi e appare morbido, fin troppo rinunciatario e scarico, tanto da essere sostituito da Correa al 53′: una bocciatura senza appello! Assente Milinkovic, apparso come un “corpo estraneo” e neutralizzato nello strapotere fisico: era uno dei giocatori più attesi, ma la sua partita si è rivelata un flop! Non certo il modo migliore di festeggiare le sue 100 presenze in serie A. Male anche Caceres, che ha sulla coscienza il gol che apre le marcature: il suo goffo tentativo di rinvio lascia la palla dentro l’area, con Strakosha e Luiz Felipe fuori gioco, e serve su un vassoio d’argento il colpo di tacco vincente di Pellegrini, appena subentrato all’infortunato Pastore. L’uruguagio ha però una parziale giustificazione: quello ricoperto non è il suo ruolo naturale, nel centro sinistra della difesa è adattato! Non può essere Caceres il sostituto di Radu.

Immobile sotto la Nord dopo il pareggio della Lazio (foto dal web)

Qui apriamo una parentesi: in questa rosa, a parte Radu, manca un difensore mancino,che il mercato estivo non ha portato: a Formello ci sarebbe l’ex primavera Lorenzo Filippini, laziale DOC, a poter rivestire quel ruolo, ma il giocatore è tra i fuori rosa! Mister Inzaghi, perché non reintegrarlo? Filippini, reduce da una buona stagione al Pisa, non ha sfigurato nemmeno nel ritiro estivo di Auronzo. Inzaghi non ha mai avuto paura a lanciare nel calcio che conta i giovani (vedi Murgia in Supercoppa contro la Juventus), allora perché non dare un’occasione anche a Filippini? Perché non avere a disposizione l’unico mancino a disposizione in difesa oltre a Radu? Filippini potrebbe occupare nella rosa la slot disponibile di giovane prodotto del vivaio: perché lasciarlo nel dimenticatoio?

Chiusa questa parentesi, torniamo alla partita: male Strakosha, che ha gravi responsabilità sulla punizione dell’ex Kolarov presa sul suo palo, e in difficoltà anche Acerbi: per la difesa è stata una giornata da incubo.

La cosa che più preoccupa di questa sconfitta, però, è stata la mancanza di carattere dei giocatori, privi di furore agonistico, preoccupati solo a fare qualche giocata piuttosto che a dare l’anima sul terreno di gioco. E in partite come il derby, non dare l’anima equivale a perdere la partita, al di là del valore tecnico!

La sfida più grande, adesso, è non lasciarsi travolgere da questa battuta d’arresto, lavorare sodo, soprattutto sulla testa e riprendere subito il giusto cammino già giovedì in Europa League: la partita contro i tedeschi dell’Eintracht potrebbe essere l’immediata occasione d’oro! Se giocata con l’atteggiamento giusto, l’Europa League potrebbe essere un palliativo per ripartire subito da una sconfitta che brucia, ma che deve toccare le corde giuste di un orgoglio ferito!

Altrimenti si rischia di seguire un percorso inverso a quello dell’Inter, che proprio dalla vittoria europea contro il Tottenham ha trovato lo spirito per svoltare da un inizio deludente. A Inzaghi il compito di ricostruire, lavorare sugli errori commessi e motivare lo spogliatoio, per non gettare alle ortiche una stagione.

Gian Battista Mannone