Con la dipartita di Pippo Caruso,l’amato direttore d’orchestra della Rai lanciato da Pippo Baudo a Canzonissima 1972, le canzoni che ha scritto e che tutti abbiamo cantato ci tornano in mente con nostalgia. Perché sono l’eredità di un’Italia spensierata e canterina, più allegra e meno divisa, dei Sanremo che facevano il 75% di ascolto e dove almeno sulle canzonette si era tutti d’accordo. E anche un memento a chi fa musica e tv oggi: sfidiamo un direttore d’orchestra a passare dall’arrangiamento di un album di Sbirulino alla direzione di uno show serale con Liza Minnelli.

Ecco la nostra top 5 delle produzioni di Pippo Caruso per la Rai

L’AMORE È – Erano talmente plebiscitari gli ascolti di Fantastico 7 nel 1986, che la Rai ottenne la partenza delle rilevazioni Auditel proprio un sabato di dicembre quando andava in onda il programma di superPippo. L’altro Pippo, l’anima musicale del duo, sfornò questa bella sigla finale cantata in coppia da Alessandra Martinez e Lorella Cuccarini. Una rivalità che divise l’Italia la loro: si contavano i secondi che venivano attribuiti alle due ballerini nella sigla per par condicio.

PERCHÈ SANREMO È SANREMO – È il 1995, in finale al Festival ci sono Giorgia e i Neri Per Caso, in Riviera arrivano i Take That e Madonna. E Caruso si inventa questo jingle con un inciso rap che pochi ricordano, tanto è la presa irresistibile del ritornello. Che dura ancora oggi, nei programmi tv di contorno nella settimana di Sanremo.

Perché Sanremo è Sanremo sarà la sigla di tutti i Festival di Baudo che seguiranno: 1996, 2002, 2003, 2007, 2008. La prima versione è cantata/rappata da Maurizio Lauzi, figlio di Bruno, mentre a partire dal 1996 la versione ufficiale diventa quella cantata da Rudy Nero dei Prefisso. Questo brano, musicalmente rilevante come una base karaoke, si è conquistato un posticino comodo nei nostri cervelli a furia di «PARAPPAPA» e ascolto forzato per una settimana all’anno, ennesima dimostrazione della superiorità di Baudo quando si tratta di Festival.

Quello che stupisce del pezzo è l’autoironia, pratica totalmente aliena alla manifestazione e all’intera regione che la ospita, presente nel testo. Il cantante spiega le sue alte aspettative rispetto alla musica: vuole canzoni che dicano tante cose, dirompenti come «un colpo di cannone» ma non violente, «che spari solo rose».

CICCIOTTELLA – L’inno delle baby-curvy ante-litteram, fu scritto da Caruso nel 1979 per il programma tv dei ragazzi Bis. Interpretata da Loretta Goggi in un momento della sua carriera dove stava transitando da ragazza prodigio a stella degli show televisivi di prima grandezza.

IO BALLERÒ – La canzone che ispirò una generazione di ragazzine negli anni 80. Si aprivano scuole di danza a ritmo di questo inno di Lorella Cuccarini, quando i balletti andavano in tv per 3,4 interminabili minuti e nessuno protestava.

ANCHE NOI – Un soft pop con influenze disco questo singolo dei New Trolls del 1979. Caruso l’aveva già scritta quando nell’ufficio di Pippo Baudo si presentò Heather Parisi, calabro-americana in vacanza in Italia. Era il suo ultimo giorno di permanenza, ci è poi rimasta a lungo. La prima cosa che ballò in tv per gli italiani fu proprio questa sigla di Luna Park.