Georges Braque deve la sua fama principalmente al ruolo ricoperto durante l’avventura cubista. Insieme a Pablo Picasso, viene considerato il fondatore e pioniere dello stesso movimento. Nato ad Argenteuil nel 1882, muore a Parigi nel 1963 dopo una prolifica sperimentazione artistica. L’artista si cimenta in diversi stili, pittorici e non, passando dalla pittura alla scultura, senza abbandonare mai la produzione di opere grafiche. Tra queste troviamo incisioni, litografie, acqueforti, acquetinte, xilografie e illustrazioni, che rispecchiano quelle che sono le tendenze, gli stili, il linguaggio abbracciati durante le diverse fasi di vita del pittore.

Le fasi artistiche di Georges Braque

Georges Braque
Credits: biografieonline.it
Georges Braque

Il primo approccio artistico di Braque avviene in qualità di pittore-decoratore, una formazione che gli permise di apprendere le tecniche di resa delle superfici lignee e marmoree. Conosce Picasso nel 1907, e, frequentando l’artista cubista, Braque assimila diverse nozioni. Viene a conoscenza e studia l’arte primitiva africana, impara a padroneggiare le varie fasi del Cubismo, passando dai colori accesi dello stile dei Fauves– le Belve– alla semplificazione della natura in forme, colori e linee.

Nel 1907, visita una retrospettiva dedicata a Paul Cézanne all’interno del Salon d’Automne, un’esposizione che si contrapponeva apertamente al Salon del Louvre, al Salon des Indépendants, con l’intento di accogliere avanguardie considerate “anti accademiche”. In questa stessa sede avevano esposto le loro opere per la prima volta proprio i Fauves, nel 1905. La mostra in questione è stata il luogo d’incontro tra Braque e Picasso, un momento che ha segnato una svolta per tutta l’arte moderna francese e che ha posto le basi per la nascita dello stesso Cubismo.

I due instaurano un’amicizia e un rapporto professionale stretto, ed insieme studiano nuove articolazioni cubiste, esplorandone le sfumature fino al 1914. Per anni vivono e lavorano a stretto contatto, rompendo le composizioni convenzionali e rappresentando oggetti tridimensionali su una superficie a due dimensioni.

Il Papier collé e il ritorno alla figurazione

A partire del 1909 assistiamo a una nuova fase della pittura cubista che sfocia nel Cubismo analitico, caratterizzato dalla scomposizione geometrica e cromatica della scena rappresentata. Il processo consisteva nell’individuazione di forme primarie e colori scelti con un metodo analitico-induttivo, per cui viene richiesto lo sforzo di osservare il dipinto e ricostruire il soggetto “senza utilizzare i semplici meccanismi della vista“.

Le sperimentazioni sui volumi portano ad esiti complessi, e i lavori di Braque datati tra il 1909 e il 1911 risultano quasi incomprensibili ai più. Dal 1911 inizia dunque ad introdurre nelle sue opere lettere e numeri, così che lo spettatore potesse individuare dei riferimenti riconoscibili. L’anno successivo inizia a padroneggiare la tecnica del collage, che utilizza con l’intento di descrivere un oggetto mediante la dissociazione delle forme e dei colori. La base di “Donna con chitarra“-precedentemente dipinta- è arricchita dall’inserimento di ritagli di giornale, elemento che suggerisce la “provvisorietà dell’arte“.

Il rapporto tra i capostipiti del Cubismo subisce una battuta d’arresto quando Braque viene chiamato a combattere nella Prima guerra mondiale. Durante il conflitto rimane ferito e torna a vivere in Normandia, riprendendo a dipingere in piena autonomia e virando nuovamente verso la rappresentazione delle forme. Torna a utilizzare una tavolozza ricca di colori vivaci, arrivando a riproporre la figura umana in quello che verrà definito “Cubismo curvilineo”, dal quale si allontana progressivamente in favore di un ritorno alla figurazione.

Georges Brauqe: vita e opere in 10 punti

Joelle Cotza

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