Led Zeppelin II, pubblicato il 22 ottobre 1969, per il colore della sua copertina e il gruppo di persone con il dirigibile sullo sfondo, porta l’appellativo di bombardiere marrone dai fan. L’album fu il frutto di un momento di stasi che il gruppo ebbe durante il tour americano del loro primo disco. L’album è stato concepito in tempi ridottissimi. In più c’era anche la stanchezza subentrata a causa degli innumerevoli concerti che la band stava sostenendo, ma nonostante questo il risultato fu strepitoso.
Il disco è caratterizzato da un sound particolarmente complesso. Le sue sonorità sono ricche di sfumature provenienti da diversi stili. Si va dalle ballate in acustico ai potenti riff che confermano le loro qualità artistiche da sempre dimostrate. Ascoltando questo secondo album dei Led Zeppelin, si possono sentire una moltitudine di sonorità utilizzate dalla band, che hanno portato un grande cambiamento in quello che era il sound dei loro primi lavori. Si sono quindi allontanati dal blues, che hanno impiegato nella maggior parte del primo album, e hanno ampliato il panorama sonoro della musica rock.
Led Zeppelin II, la tracklist
Nonostante la sua rapida inversione di tendenza, Led Zeppelin II è un album potente, ricco di molti dei classici del gruppo rock. Questo lavoro segna anche un momento cruciale nella direzione musicale della band. La tracklist di questo bellissimo disco è molto particolare. E’ composta da una serie di brani che hanno dato il loro forte contributo alla continua evoluzione dei Led Zeppelin. Il disco ha venduto 12 milioni di copie diventando 12 volte disco di platino.
Il mese successivo alla sua pubblicazione, “Led Zeppelin II” surclassò di gran lunga “Abbey Road” dei Beatles, scalzandolo dalla vetta delle classifiche dove vi rimase irremovibile per circa due mesi; di seguito i pezzi che compongono l’album. Il disco si apre con Whole Lotta Love, dal famosissimo ruggente riff riconoscibile ovunque, poi c’è What Is And What Should Never Be e The Lemon Song. Il disco prosegue con una bellissima ballad Thank You, reinterpretata magistralmente anche da Chriss Cornell , e continua con Heartbreaker, Living Loving Maid (She’s Just a Woman) e Ramble On. Infine chiudono l’opera Moby Dick e Bring It on Home.
Ilaria Cipolletta