Lee Jae-Myung, capo del partito democratico sudcoreano è stato pugnalato al collo a Busan, città nella quale stava tenendo una conferenza stampa, al termine della visita del nuovo aeroporto.

L’annuncio dell’aggressione arriva dall’agenzia Yonap: l’ex candidato alla presidenza del paese asiatico mentre camminava tra la folla di giornalisti è stato accoltellato da un uomo che si è fatto spazio tra la gente, pugnalandolo al collo. Jae-Myung è crollato a terra e sono stati prestati i primi soccorsi, mentre l’aggressore è stato arresto sul posto dalla Polizia. Il leader del partito democratico trasportato in ospedale è risultato cosciente, con un’emorragia in corso

Lee Jae-Myung: l’aggressione

Lee Jae-Myung - Ph Credits The Washington Post

I canali televisivi coreani hanno immortalato la scena dell’aggressione, mostrando inoltre i momenti nei quali il politico si trovava a terra con qualcuno che preme un fazzoletto sul collo per tamponare il sanguinamento e la successiva cattura dell’uomo bloccato da alcuni presenti e dalla polizia. Nelle immagini si vede un uomo che, confondendosi nella calca dei giornalisti, si scaglia contro Lee e lo colpisce al collo con un oggetto. L’aggressore, un uomo tra i 60 e i 70 anni si è avvicinato a Lee Jae-Myung fingendo di essere un suo sostenitore facendosi spazio tra la calca per richiedere un autografo. Nel corso dell’interrogatorio, l’assalitore non ha fornito spiegazioni sull’insano gesto.

Il leader del Partito Democratico sudcoreano,ha 59 anni e si era candidato alle elezioni presidenziali del 2022 per prendere il posto di Moon Jae-in, del suo stesso partito. Sconfitto per pochi voti dal candidato conservatore Yoon Suk-yeol, del Partito del Potere Popolare, era stato incriminato per corruzione con l’accusa di aver favorito un’azienda edile in un appalto pubblico per un progetto residenziale nella città di Seongnam, di cui era stato sindaco, e a settembre un tribunale aveva respinto una richiesta di arresto nei suoi confronti in attesa dell’inizio del processo a suo carico.

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