Levi’s ha ufficialmente aderito all’Accordo sul Pakistan, un’iniziativa legale che mira a garantire condizioni di lavoro sicure per i lavoratori del settore tessile nelle fabbriche pakistane. L’annuncio, arrivato giovedì, segna un passo importante per i marchi statunitensi nel tutelare i propri dipendenti e rafforzare la responsabilità sociale nell’industria della moda. Emily Stochl, vicepresidente di advocacy per l’organizzazione Remake, che da anni si batte affinché Levi’s aderisse all’accordo, ha dichiarato: “La firma dell’Accordo del Pakistan da parte di Levi’s rappresenta un momento cruciale per i brand americani che scelgono di proteggere i loro lavoratori”.
Levi’s firma l’Accordo sul Pakistan, per la messa in sicurezza dei lavoratori
L’Accordo sul Pakistan è una continuazione dell’Accordo del Bangladesh, istituito dopo il tragico crollo del Rana Plaza nel 2013, che ha causato la morte di oltre 1.000 lavoratori tessili. Il nuovo accordo estende tali tutele anche ai lavoratori pakistani, impegnandosi a migliorare le condizioni di sicurezza negli stabilimenti e a prevenire incidenti simili. La decisione di Levi’s di partecipare a questa iniziativa rappresenta un segnale forte di impegno verso i diritti dei lavoratori e la sostenibilità sociale nell’industria della moda.
Levi’s, uno dei marchi più iconici a livello globale, è da tempo sotto pressione da parte di organizzazioni come Remake, che l’hanno esortata a prendere misure concrete per migliorare la sicurezza nelle fabbriche in cui avviene la produzione dei loro capi. Con questa mossa, l’azienda si unisce ad altri marchi internazionali che hanno già firmato l’accordo, rafforzando così l’impegno del settore verso una maggiore trasparenza e responsabilità.
L’adesione di Levi’s all’Accordo sul Pakistan non solo migliorerà le condizioni di lavoro per migliaia di persone, ma potrebbe anche influenzare positivamente l’immagine del brand, rendendolo più attraente per i consumatori sempre più attenti a questioni etiche e ambientali.
In un’industria spesso criticata per le sue pratiche di sfruttamento, questo passo potrebbe rappresentare un esempio per altre aziende, contribuendo a creare un cambiamento sistemico nella moda globale.