“Libera di abortire”, la campagna per sicurezza e libertà

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Di Redazione Metropolitan

Ancora oggi l’aborto è uno dei diritti femminili che viene costantemente messo sotto mirino. Al giorno d’oggi infatti si possono trovare ancora numerosi ostacoli se si desidera intraprendere un percorso del genere. Per questo nasce “Libera di abortire”, un’iniziativa che mira a garantire un IGV (interruzione di gravidanza volontaria) sicura, informata e priva di pregiudizi.

Abortire ieri

L’aborto è stato legalizzato in Italia tramite la legge 22, approvata nel maggio del 1978. Prima di questa data infatti non era possibile accedere ad un’interruzione di gravidanza volontaria, se non in ambienti clandestini, sanitariamente non controllati e spesso nocivi per la salute. Erano presenti delle pene molto severe sia per la madre stessa che per chi l’aiutava: queste variavano da un minimo di uno fino ad un massimo di dodici anni di carcere. Le istituzioni punivano anche l’istigazione all’aborto, penalizzata da sei mesi a due anni di reclusione.

Il cambiamento

Dopo numerose battaglie politiche portate avanti dalla sinistra e in particolare dai radicali, si giunse alla risoluzione adottata ancora oggi in cui si permette di rimuovere chirurgicamente il feto entro i primi tre mesi di gestazione. Nel periodo successivo è possibile prendere questa decisione solo se la donna è in pericolo di vita o se l’embrione mostra qualche segno di malformazione con il cosiddetto “aborto terapeutico”. In entrambi i casi l’uomo non ha diritto di intervenire sulla scelta femminile. Possono però esserci parecchi ostacoli lungo la via.

“Libera di abortire”

Questi sono messi in evidenza dalla campagna “Libera di abortire” che mette prima di tutto in risalto la questione dell’obiezione di coscienza. Infatti spesso si possono trovare dei medici che rifiutano di terminare la gravidanza, rendendo il percorso più difficile sia a livello pratico che emozionale. Questo fenomeno avviene soprattutto in certe zone in Italia: ad esempio in Abruzzo l’80% dei medici sono obiettori di coscienza. Proprio per questo motivo il lancio di questa iniziativa avverrà a Pescara e poi a seguire in altre dodici città in cui il diritto all’aborto viene ostacolato.

La lettera al ministro Speranza

“Libera di abortire” poi ha deciso di scrivere una lettera al Ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere diverse migliorie su questo argomento. Fra queste l’assunzione di più medici non obiettori, corsi di formazione specifici per il personale sanitario e educazione sessuale nelle scuole. Tutto questo potrebbe servire ad evitare episodi

“Libera di abortire” poi ha deciso di scrivere una lettera al Ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere diverse migliorie su questo argomento. Fra queste l’assunzione di più medici non obiettori, corsi di formazione specifici per il personale sanitario e educazione sessuale nelle scuole. Tutto questo potrebbe servire ad evitare episodi clandestini di aborto.