Dopo più di un mese le misure precauzionali del Governo per il contenimento del Covid19 iniziano cautamente ad allentarsi. Certa è la consapevolezza che il periodo di permanenza a casa nel rispetto della comunità non sarà ancora breve. Cinque libri di generi differenti vengono consigliati per uno svago alternativo a queste giornate, “per uscire dalla quarantena”
Cinque libri in Quarantena per iniziare: un libro per riscoprire il valore della natura
Un cervo in metropolitana (2017) è l’autobiografia di Desmond Morris (1928 -), zoologo, etologo e divulgatore scientifico. Con grande humor lo scienziato racconta la sua esperienza di vita, che riguarda in fondo quella dell’umanità intera, quasi inconsapevolmente. Essa è immersa nello straordinario scenario della natura, tra meravigliosi animali e scoperte scientifiche che egli ripercorre nella sua carriera da quando iniziò a studiare il comportamento animale, fino alle ricerche sugli scimpanzè.
Un testo ricco di spunti che permette di rimodulare il rapporto uomo ambiente e uomo animale, troppo spesso visto superficialmente e alla luce del costretto “servilismo animale”.
Riscoprire l’autenticità dei rapporti
Le montagne, dalle Alpi Occidentali all’Hymalaya passando per le Dolomiti, sono il grande palcoscenico dove si svolge il romanzo Le Otto montagne (2016) di Paolo Cognetti (1978 -) la storia di una famiglia e di un’amicizia nata in montagna in cui si intreccia due complicate storie familiari tra due ragazzi del paese, tra loro amici, Bruno e Pietro, e i loro padri.
Una storia di autenticità, leggibile agilmente grazie ad uno stile privo di retorica, asciutto ma non scarno.
“Siete voi di città che la chiamate natura. E’ così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con un dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente”
Ripensare alle ingiustizie sociale
Giacomo di Girolamo si è sempre schierato contro la mafia ma stavolta nel saggio Contro l’antimafia (2016) tenta un approccio diverso: egli scrive apertamente una lettera al boss Matteo Messina Denaro. Il giornalista affronta il tema della “simbologia” che ruota intorno agli eventi che caratterizzano le vicende mafiose: dalle minacce che assumono sempre le stesse forme rituali, alle intimidazioni a giornalisti, magistrati, imprenditori. Ma la domanda vera è se la lotta a tali insiemi di “riti” possa scardinare realmente il sistema mafioso o si debba partire da una base più forte e solida.
Ricordare la storia in maniera alternativa
La morte di Danton (1835) è il primo dei tre drammi teatrali scritti da Georg Buchner (1813–1837). È ambientata in uno dei momenti più drammatici della Rivoluzione francese, quando, mandati alla ghigliottina aristocratici e uomini di potere al popolo occorreva altro sangue. Gli obiettivi iniziano ad essere gli oppositori del regime del terrore, di cui sarà poi stessa preda Robespierre. Nel frattempo il primo ad essere sacrificato per il godimento del popolo sarà Danton, complice nel “processo” una vita di vizi. La deriva di ogni Rivoluzione avviene quando i paladini del bene comune diventano giustizieri implacabili.
“Danton, tu sei un santo morto, ma la rivoluzione non conosce requie. Ha buttato sulla strada le ossa di tutti i re e dalle chiese tutti i monumenti, credi che forse ti lascerebbero stare come monumento?”
I libri per gli eroi di oggi
Un eroe dei nostri tempi (1840) di Michail Lermontov (1814-1841) è un romanzo strutturato in novelle che narrano le vicende di un ufficiale dell’esercito russo. Il personaggio è estremamente moderno poiché anticipa paurosamente le inquietudini dell’uomo del Novecento: il senso di smarrimento, l’intellettuale che non si riconosce in una causa per cui combattere ed infine, l’incapacità di stringere relazioni durature.
Romanzo psicologico tra i migliori del suo tempo, il protagonista, vero eroe del suo tempo, riesce comunque a innalzarsi al di sopra di un livello tristemente mediocre.
A questo mondo senza i cretini ci si annoierebbe moltissimo […] Guardate, in fin dei conti noi siamo due persone intelligenti; sappiamo in anticipo che di tutto si potrebbe discutere all’infinito, e per questo non discutiamo; conosciamo quasi tutti i nostri pensieri riposti; per noi una parola sostituisce un’intera storia.
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