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Settembre 16, 2024, lunedì

L’indipendenza di Slovenia e Croazia: l’inizio della guerra nei Balcani

Il 25 giugno del 1991, a seguito dell’approvazione del referendum, Slovenia e Croazia proclamarono la loro indipendenza e l’uscita dalla Federazione jugoslava. Si aprirono così le porte per l’inizio della guerra nei Balcani. Alla morte del presidente Tito la federazione socialista aveva dato i primi segni di cedimento. Il Kosovo voleva a tutti i costi la Repubblica. Il dissolversi del comunismo in Europa segna così per la Jugoslavia l’inizio della guerra civile.

L’indipendenza di Slovenia e Croazia si celebra come festa nazionale

L'indipendenza di Slovenia e Croazia
L’indipendenza di Slovenia e Croazia 1991

Nella giornata di oggi la Slovenia festeggia la dichiarazione d’indipendenza come festa nazionale. La Croazia invece lo fa il 30 Maggio, giorno in cui si andava a formare il nuovo parlamento. Nel 1989 viene eletto presidente della Serbia Milošević, leader del partito comunista serbo, e le relazioni con Slovenia e Croazia iniziarono a incrinarsi. In Croazia, nel 1991, si vota per ottenere uno Stato indipendente che costituisca uno Stato sovrano a sè dalle altre ex repubbliche jugoslave. Anche in Slovenia il referendum ha  un risultato simile. L’esercito interviene subito in Slovenia, ma la massiccia controffensiva slovena fa si che ci fu un ritiro immediato in Croazia.

Il 15 ottobre la Bosnia-Erzegovina vota in favore del  diritto di decidere sulla propria appartenenza, sostenuta  da croati e bosniaci. Nel 1992 comincia così la guerra in Bosnia. Il 25 giugno si va a proclamare l’indipendenza di Croazia e Slovenia, facenti parte fino ad allora della Repubblica Federale Socialista Jugoslava, formata da sei repubbliche.  La Croazia e la Slovenia dopo l’ondata comunista ebbero governi eletti in maniera democratica, mentre in Jugoslavia il comunismo la faceva ancora da padrona sostenuto da Slobodan Milosevic. La proclamazione all’indipendenza portò a gravi conseguenze per la Lubiana, che subì l’intervento dell’esercito federale jugoslavo (Jna).

La guerra in Bosnia e le stragi di Sarajevo

La dichiarazione di indipendenza della Croazia portò a un periodo di guerriglia fra Zagabria e il popolo serbo, che occupò parte della Repubblica croata e che finì nel 1995. Nello stesso anno ci fu la guerra in Bosnia con le innumerevoli stragi di Sarajevo dove la Croazia rioccupa il suo entroterra. La guerra cessa tramite gli “accordi di Dayton” che ordina un cessate il fuoco. Nel gennaio del 1992 l’Unione Europea riconosce l’indipendenza delle due Repubbliche. Franjo Tudjman, primo presidente della Croazia indipendente, porta alla liberazione sotto l’occupazione dei serbi nel 1995.

Fu in carica dal 1990 fino alla  morte avvenuta nel 1999. Gli venne criticata la politica nei confronti della Bosnia ed Erzegovina. Tudjman conduce la Croazia dal socialismo alla democrazia liberale. Nel periodo del comunismo la Chiesa Cattolica si è prodigata a proteggere l’uniformità nazionalista croata. Durante la guerra, il vescovo Srećko Badurina, era a capo di una diocesi occupata dai serbi, ma cercò in egual misura sempre la conciliazione. Lo stesso fece anche il cardinale Franjo Kuharić, di Zagabria, che protestò sulla disgregazione che stava avvenendo in  Bosnia.

La guerra dei dieci giorni e la controffensiva slovena

In Slovenia, con la dichiarazione all’indipendenza, ci fu un periodo di scontri tra Lubiana e l’esercito jugoslavo per il controllo dei confini in quella che fu la “guerra dei dieci giorni“. Il piano sloveno fece credere a Belgrado che la sua dichiarazione d’indipendenza sarebbe arrivata il 26 giugno. Mentre venne proclamata il giorno prima e il 26 di giugno il presidente sloveno Milan Kučan organzzò la controffensiva slovena, avendo un giorno in più a disposizione per predisporre la difesa. L’armata popolare jugoslava si preparò soltanto nella tarda notte del 25 giugno . Il 27 giugno l’esercito jugoslavo fa il suo ingresso in Slovenia ,riprendendosi malamente una parte di frontiere.

La Slovenia è risultata essere lo stato meno dipendente dal governo di Belgrado, dato che gli occupanti erano tutti di etnia slovena a differenza della Croazia. L’esercito dei soldati jugoslavi, in netta difficoltà senza il supporto dell’artiglieria pesante, rimane indietro e il 4 luglio gli sloveni riprendono il possesso delle frontiere. Nei dieci giorni di guerriglia, in quella che fu soprannominata “la Guerra dei dieci giorni”, si contarono 74 morti e circa trecento feriti. Gli sloveni si incontrarono con il governo federale nell’arcipelago di Brioni, monitorati dall’organizzazione della Comunità europea, tramite la negoziazione con i ministri degli esteri Hans Van Den Broek, João de Deus Pinheiro e Jacques Poos. Si arrivò ad alcuni accordi che riconoscevano l’indipendenza alla Slovenia e in cui la Jugoslavia non risultasse disfatta.

Croazia e Slovenia entrano a far parte dell’ONU

La Croazia e la Slovenia proclamano l’indipendenza il 25 giugno 1991 e il primo Paese a riconoscere la loro indipendenza è la Lituania. Il primo Paese membro della NATO a riconoscere l’indipendenza di Zagabria e Lubiana è l’Islanda nel 19 gennaio 1991. Il 22 maggio del 1992 la Croazia e la Slovenia entrano a far parte dell’ONU. Nel gennaio del 2007 la Slovenia ha aderito a Eurolandia e sempre nel 2007 la Lubiana si unisce allo Spazio Schengen. Il 13 gennaio del 1992 la Santa Sede, tramite mons. Piero Pennacchini, ufficializzò come stati indipendenti le Repubbliche di Croazia e Slovenia. La decisione del riconoscimento venne comunicata lunedì 13 gennaio 1992. Nel trentennale dell’indipendenza della Croazia, il Nunzio apostolico in Croazia, Giorgio Lingua, dichiarò che:

“Solitamente una volta compiuti i trent’anni una persona può essere considerata matura. Dunque possiamo dire che anche la Croazia ha raggiunto l’età della maturità. La prova di ciò si rispecchia nei traguardi che il Paese si accinge a raggiungere, ad esempio l’adesione allo Spazio Schengen e l’introduzione dell’Euro, dopo aver aderito alcuni anni fa all’Unione europea”.

Giorgio Lingua

Sabrina Baiocco

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