Quasi tre mesi di proteste diffuse in tutto il Paese iniziano a fiaccare la resistenza della Repubblica Islamica dell’Iran. Tanto che sabato il procuratore generale iraniano, Mohammad Jafar Montazeri, ha fatto un annuncio storico: “La polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, ed è stata abolita da chi l’ha creata”, ha detto mentre i i legislatori iraniani sono al lavoro per rivedere, entro due settimane, anche la legge sugli obblighi in materia di abbigliamento. Uno dei simboli della repressione del regime degli ayatollah sembra quindi pronto a cadere sotto i colpi delle manifestazioni di piazza scoppiate proprio dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne arrestata proprio dagli agenti
Questa polizia era stata creata sotto la presidenza dell’ultraconservare Ahmadinejad (2005-2013) per diffondere la cultura della “decenza e del velo” per le donne. Le prime pattuglie (uniforme verde gli uomini, chador nero le donne) erano cominciate nel 2006.
“La Polizia della morale è stata smantellata dalle stesse persone che l’hanno istituita”, si è limitato ad annunciare il procuratore durante una riunione nella città di Qom, prima di assicurare che tale organismo, incaricato di verificare il rispetto dei valor tradizionali islamici “non ha nulla a che vedere con la Giustizia iraniana”, ufficialmente incaricata di questa funzione.
Lo stesso procuratore – riporta Radio Farda – ha riconosciuto che il sistema giudiziario iraniano non persegue dichiaratamente lo scioglimento di questa “Polizia della sicurezza sociale”, ma i recenti incidenti, in riferimento alle proteste, hanno portato l’apparato della sicurezza a cercare “una soluzione prudente a questo problema”