Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio nell’800′ per parlarvi di un autrice che ci ha regalato una saga straordinaria. Parleremo di abolizionismo, di sorellanza e di femminismo. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Louisa May Alcott e alle sue opere
“Divenni abolizionista quand’ero ancora molto piccola, ma non ho mai capito se per l’aver visto George Thompson nascosto dietro il letto di casa nostra durante il tumulto di Garrison oppure per essere stata soccorsa, alcuni anni più tardi, da un ragazzo di colore che mi salvò dall’annegare nello stagno delle rane. Comunque sia, la conversione fu genuina; e il mio più grande orgoglio è di aver vissuto per conoscere i coraggiosi uomini e le donne che hanno fatto così tanto per la causa”
È quanto scrive nel suo diario Louisa May Alcott spiegando l’origine del suo attivismo abolizionista. La Alcott infatti era una fervente antischiavista e femminista che si batteva per il suffragio universale con il voto aperto alle donne. Fu infatti la prima donna ad iscriversi al voto per le elezioni di alcune cariche scolastiche a Concord nel Massachuttes dove si era trasferita da piccola e che divenne il luogo più caro e idilliaco per la scrittrice. La Alcott fu poi anche infermiera durante la guerra civile americana contraendo probablimente, a cause delle cure per il tifo, quell‘avvelenamento da mercurio che causò un ictus a lei fatale a soli 55 anni.
Louisa May Alcott, la grande saga delle piccole donne
Louisa May Alcott è entrata nella storia della letteratura mondiale grazie ai suoi famosissimi romanzi di formazione. Stiamo parlando della grande saga delle sorelle March iniziata con “Piccole donne” e proseguita con “Piccole donne crescono”, “Piccoli uomini” e “I ragazzi di Jo”. È una serie di romanzi autobiografici perchè ispirati alla vita in famiglia della Alcott con le amate sorelle. In particolare il personaggio di Jo è e ricalcato sulla Alcott stessa e su i suoi ideali femministi di donna emancipata. Così come sono emancipate e fiere della loro indipendenza le altre sorelle che insieme a Jo hanno la stessa forza degli altri personaggi maschili senza alcuna situazione di sottomissione. Il tutto in uno stile narrativo semplice e godibile in cui non manca una forte autoironia.
Stefano Delle Cave
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