Le Lucarie erano delle festività celebrate a ridosso del 19 e il 20 Luglio, in onore dei boschi e delle divinità boschive. Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, cerimonie e storia di una delle feste più importanti di Iulius.
Lucarie, le feste latine dedicate ai boschi: origini e storia
Nell’antica Roma, le Lucarie erano festività dedicate a una divinità sconosciuta patrona dei boschi. La peculiarità era che la divinità venerata si considerava ”innominata”, in quanto talmente antica che se ne era, addirittura, persa la memoria. Le Lucarie erano quindi feste dedicate ai boschi sacri; in latino, infatti, lucus significa ”bosco”, e i romani distinguevano i boschi come divinizzati e profani. Si consideravano sacri quei boschi abitati dal Numen, mentre divinizzati erano quelli sacralizzati dai sacerdoti in seguito a un evento importante, svoltosi in quel territorio. Il lucus poteva essere benevolo, ostile o indifferente, dunque si rendeva omaggio agli Dei della Natura per ingraziarsi i loro favori. L’origine di tali celebrazioni pare risalga a una cruenta disfatta subita dai Romani a opera dei Galli il 18 luglio del 390 a.C., nella piana del fiume Allia.
In questa circostanza, numerosi superstiti riuscirono a scampare al massacro. Roma fu saccheggiata dai Galli Senoni di Brenno ma, a tal proposito, l’istituzione delle Lucarie sottolineava il ruolo positivo di coloro i quali erano fuggiti. I fuggitivi, infatti, si imboscarono nelle selve nei pressi della via Salaria; in questo modo idearono una riorganizzazione dell’esercito che, successivamente, riconquistò Roma. Un’altra versione afferma che la festa si dedicasse, genericamente, a tutti i boschi e le divinità boschive con particolare riguardo alla Dea Lucae, patrona dei boschi. Un motto degli antichi romani era ”lucus a non lucendo”, ovvero: ”il bosco si chiama così perché non ha luce”. Probabilmente, la locuzione si riferiva all’effettiva ombra che è propria nelle selve: i boschi, a causa delle folte chiome degli alberi che riparano dalla luce solare, sono spesso avvolti nella penombra. In questo modo era come se il bosco fosse una vera e propria allegoria delle zone oscure all’interno dell’uomo: paure, angosce e suggestioni.
Rituali e cerimoniali della celebrazione
I rituali più comuni delle Lucarie erano le processioni; i sacerdoti , dopo preghiere e inni di lode, staccavano rami dagli alberi da consegnare al popolo accorso insieme a un ramo rinsecchito reperito da terra. Successivamente, il ramo colto dal sacerdote era esposto nelle case e , quello secco, bruciato nelle cucine. Un altro passaggio fondamentale per il rituale di queste cerimonie erano gli addobbi: nastri, ghirlande e ornamenti si ponevano in boschi e templi e le persone si cingevano il capo con corone di fiori o ghirlande fiorenti composte da foglie e boccioli. Una rito fondamentale era il recare vivande e bevante dei boschi consumandole all’interno del lucus. Parte del cibo e del vino era poi offerto alla divinità lasciandolo cadere per terra. Infine, prima del tramonto, si lasciava il bosco e si faceva ritorno alle proprie abitazioni. Non sono rimaste testimonianze della Dea Lucae, nel tempo; tuttavia, con certezza, si può affermare che nel corso dell’evoluzione della mitologia latina, la figura di questa Dea antica fu assorbita dalla Dea Diana, nominata anche Lucina.
Stella Grillo
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