Lucha y Siesta denuncia la violenta procedura di identificazione delle donne ospiti

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Di Redazione Metropolitan

Lucha y Siesta, la Casa delle Donne che a Roma accoglie le vittime di violenza, il 18 Gennaio, è stata oggetto di una procedura d’ identificazione priva dei requisiti minimi di rispetto della persona umana. Violenza, mancanza di etica e agenti che si spingono in ogni stanza. Vediamo cosa è successo.

Cosa è successo all’interno di Lucha y Siesta?

La mattina del 18 Gennaio un minore, ospite con la mamma all’interno della Casa delle donne Lucha y Siesta, esce per andare a scuola. Approfittando del cancello aperto un nutrito gruppo di agenti del Commissariato Tuscolano è entrato nella casa di accoglienza. Gli agenti, come in un blitz alla ricerca di malviventi, si sono spinti dentro ogni stanza procedendo all’identificazione delle molte donne presenti all’interno della casa di accoglienza. Donne vittime di violenza trattate alla stregua di delinquenti abituali. Esposte a procedure di identificazione, come fossero un numero, con violente ripercussioni sulla loro, già precaria, psiche.

Chi sono le donne ospiti di Lucha y Siesta?

La Casa delle Donne Lucha y Siesta accoglie donne vittime di violenza, che seguono percorsi di fuoriuscita dalla stessa. Sono donne seguite dai servizi sociali, sottoposte a screening sanitario regionale, che partecipano a progetti di ascolto. Le donne ospiti sono, spesso, inviate da altre strutture che non hanno la capienza per accoglierle e seguite con la collaborazione sinergica tra più associazioni. Per tutti questi motivi l’identità delle donne ospiti è ben nota all’autorità. Non si comprende, quindi, perché esporle a un esercizio gratuito di violenza da parte di chi è preposto, invece, a proteggerle.

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La Casa delle Donne Lucha y Siesta- Photo Credit: Web

Le reazioni suscitate dall’evento

La Casa delle Donne era già stata esposta ad attacchi e, ad oggi, l’intero gruppo di donne, scosso a seguito dell’identificazione, è rimasto attonito a porsi una serie di domande che restano prive di alcuna risposta sensata. Qual è il senso di una simile operazione? Qual è il ruolo della Procura della Repubblica nel contrasto alla violenza? Perché tanto accanimento nonostante la Regione Lazio abbia riconfermato, con uno stanziamento di fondi, il proprio impegno per acquistare l’immobile, restituirlo alla cittadinanza e salvaguardare la complessa e preziosa esperienza della Casa?

Le dichiarazioni delle donne

In particolare, si legge nel comunicato divulgato a seguito dell’evento:

“È inaccettabile. Lucha y Siesta è bene prezioso per la città, a cui ogni giorno le istituzioni stesse si rivolgono per dare risposte a bisogni che altrimenti non saprebbero affrontare. È così da 12 anni. Qui ogni giorno si lotta per costruire accoglienza, orientamento e supporto. Non tollereremo dunque il modo scomposto e abusante con cui l’identificazione è stata compiuta, non tollereremo l’arroganza con cui si asfaltano percorsi di donne che lottano per uscire dalla violenza, non tollereremo atteggiamenti inopportuni di chi dovrebbe essere formato contro la violenza di genere, ma evidentemente in modo insoddisfacente e inadeguato. Pretendiamo risposte alle nostre domande. Lo faremo in tutte le sedi possibili. L’intimidazione, se questo fosse stato l’obiettivo, non ci ha mai spaventate. La città reale è con noi, ma evidentemente una politica vuota e disumana non sa guardarsi intorno”.

Anche noi di Brave Girls vogliamo esprimere il nostro completo supporto all’importante attività di Lucha y Siesta: gemma preziosa per la città di Roma. Faro e rifugio, Lucha y Siesta è il luogo dove ogni donna può ritrovare ogni abbraccio che finora le fosse negato.

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