Tu chiamale, se vuoi, emozioni: non appena sentiamo questa frase, alla mente ci balza subito un nome, quello di Lucio Battisti.
Sono numerosi i cantautori che hanno contribuito a rendere il panorama della musica leggera italiana un terreno fervido di poesia e musica. Uno di questi è senza dubbio Lucio, ragazzo timido, introverso, avvolto nel suo foulard e nascosto dalla folta chioma che ha fatto sognare –e continua a farlo- tutte le generazioni da oltre 50 anni.
Il sodalizio con il noto paroliere Mogol, alla fine degli anni ’60, ha inoltre contribuito a rendere Battisti una vera e propria icona, immortale sigillo nella storia della musica italiana, sancendo la sua figura come quella di un vero e proprio genio rivoluzionario.
Non è infatti bastato l’insuccesso che il brano Un’avventura subì al Festival di Sanremo del 1968. Il cantautore aveva portato il singolo in qualità di biglietto di presentazione al grande pubblico; il mancato consenso non riuscì però a frenare l’artista e la sua vocazione.
Lucio Battisti, tra accuse e successi
Sono state vane anche le accuse rivoltegli dai critici in merito alle sue doti vocali, considerate spesso inadatte al canto o addirittura completamente assenti.
Lucio ha brillantemente superato gli ostacoli che spesso hanno intralciato la sua ascesa.
E la sola arma di cui si è sempre servito fu la chitarra.
Le corde del suo strumento erano l’unico mezzo tramite il quale Lucio poteva dar voce al proprio dissenso e mettere in luce il suo straordinario talento.
Un ragazzo, divenuto poi un uomo, che appariva come schivo, timido, estremamente riservato e che, proprio per questo, si è mostrato raramente in pubblico.
Negli anni Ottanta Lucio Battisti ha scelto il totale allontanamento dagli schermi, dopo un’ultima apparizione in Svizzera.
Non era il successo televisivo ciò che Battisti cercava; al contrario, detestava le conseguenze che il suo mestiere trascinava con sé. Il successo non faceva per lui.
I grandi successi di Mogol e Battisti
Lucio cercava semplicemente l’emozione: si nutriva di musica, di poesia, di pensieri che poi si tramutavano, quasi sempre, in capolavori destinati a diventare colonne sonore della vita di generazioni passate, presenti e future. Le poesie di Mogol unite all’ estro polistrumentista di Lucio hanno dato vita a capolavori destinati ad un grande successo commerciale come I giardini di marzo, Emozioni, Mi ritorni in mente, E penso a te e chi più ne ha più ne metta.
In particolar modo l’album Una donna per amico, pubblicato nel 1978, fu il 4° album più venduto dell’anno con una stima di copie vendute che oscilla tra 600 000 e 1 000 000. Un vero e proprio boom commerciale. Tuttavia anche dischi come Lucio Battisti, Lucio Battisti Vol.2, Emozioni, Il mio canto libero, Il nostro caro angelo etc. si rilevarono enormi successi e ricevettero grande consenso da parte del grande pubblico.
Battisti e Mogol: la fine del sodalizio negli anni Ottanta
La collaborazione tra Battisti e Mogol fu però destinata a concludersi nel 1980, sigillandosi con la pubblicazione dell’album Una giornata uggiosa. I singoli estrapolati, Una giornata uggiosa e Con il nastro rosa furono molto apprezzati.
Ciò che la vincente accoppiata Mogol-Battisti ha regalato alla musica resta tutt’ora uno dei marchi indelebili nel panorama cantautoriale italiano. Oggigiorno rimane uno dei sodalizi più importanti della storia della musica leggera italiana.
Finito il prosperoso sodalizio Battisti pubblicò E’ già, album totalmente nuovo dai colori magnetici. Qui il cantautore sfruttò sintetizzatori e arrangiamenti elettronici, ancora poco usuali in Italia al tempo. E’ già fu un disco che spiazzò totalmente il pubblico e tramite il quale Lucio voleva dar voce alla nuova direzione che avrebbe intrapreso la sua carriera.
Così iniziò per Battisti un nuovo capitolo, in collaborazione con Pasquale Panella.
Lucio Battisti ricomincia: dopo Mogol inizia la collaborazione con Panella
Il disco d’esordio del nuovo duo fu Don Giovanni, un album che suscitò emozioni e pareri contrastanti per il suo carattere estremamente innovativo. Nuove sonorità, testi spesso amletici, armonie ricercate e differenti da quelle che hanno caratterizzato il primo Lucio. E’ evidente la necessità insita in Lucio Battisti di rinnovarsi, di attingere alle novità sonore del panorama musicale del tempo, di sperimentare quasi in maniera avanguardistica tutto ciò che la musica poteva offrirgli.
E questo è ciò che Lucio ha continuato a fare sempre, fino al giorno della sua morte, il 9 settembre 1998.
Ora le sue canzoni sono finalmente accessibili anche su Spotify, ed è già stato ampiamente riscontrato il loro successo, anche tra i giovani. Le nuove generazioni riescono ancora ad apprezzare la musica di questa pietra miliare della musica leggera e ciò lo dimostra il fatto che in pochi giorni sia rientrato tra i cantanti più ascoltati sulla piattaforma.
Battisti non è solo un cantautore italiano, ma una ventata d’aria fresca per il cuore e la mente di chi lo ascolta. Amore, passione, sofferenza, dolore, speranza, giovinezza, paura: sono innumerevoli le storie che ci ha raccontato. Storie fatte sempre di vita vera, vissuta, in cui ogni ascoltatore si rispecchia. Perciò ora rilassatevi, inserite le cuffiette, chiudete gli occhi e mettete play: eccovi servita la storia della musica italiana tra pensieri e parole.
Nicole Ceccucci
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