“L’unica oltre l’amore”: Giovanni Truppi e il suo nuovo singolo

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Di Redazione Metropolitan

La prima cosa bella di quest’anno musicale italiano è una canzone da custodire con cura. Di quelle che riescono forse una volta nell’arco di una carriera. Più vivide e più intense di tante altre, colpiscono senza far male. Come un fiore che d’incanto sboccia in mezzo all’asfalto, una candela in tempi di medioevo del cuore e della mente.

L’ha cercata e trovata, scritta e cantata Giovanni Truppi: autore napoletano 37enne, romano d’adozione. E si intitola “L’unica oltre l’amore”.
Anticipa un nuovo album che verrà.

A differenza di altre canzoni memorabili, dev’essere pur nata in una stanza eppure questa qui non riguarda la “descrizione di un attimo”, non è per qualcuno in particolare (un amore fiorito o sfiorito), non sembra avere a che fare con un singolo accadimento nella vita dell’autore, una fatalità che lo rappresenta e lo definisce in quella stagione e non prima né dopo.
No, la canzone che ascoltiamo riguarda lui ma contemporaneamente anche noi, tutti quanti esistono e respirano oggi, in questo istante così come nelle epoche storiche trascorse e (speriamo) anche successive.

Guarda il videoclip: https://www.youtube.com/watch?v=MIIURJHC3Ps

Incedere lento, assorto: sei minuti di piano e voce, impalcatura minimale di sezione ritmica, pennellate di chitarra acustica e synth. Un cielo sereno dipinto dagli archi per un finale strumentale che, con coraggio, si prende tutto il tempo necessario a lasciar sedimentare quanto è stato detto in un ambiente sospeso, accogliente, fatto solo di musica.

Giovanni Truppi – che pure non è nuovo a questo genere di riflessioni a voce alta, a cuore aperto – riesce con un linguaggio testuale molto chiaro, diretto e semplice a parlare a tutti noi (e di tutti noi) che lo ascoltiamo.
Cantando e dialogando al tempo stesso, ci colloca nello spazio e nel tempo: senza cattiveria o pregiudizi ci descrive biologicamente, storicamente, nella geografia e nella sociologia. Anatomicamente simili, ma poi fatalmente diversi in base a una serie di fattori. Ma poi di nuovi tutti accomunati, perché dotati di qualcosa che travalica le epoche “e ci fa assomigliare anche da lontani”.

Questa è appunto l’unica cosa oltre l’amore, il cuore e il centro del bersaglio in cui la sua freccia formato canzone si è appena conficcata.
Come l’autore stesso tende a precisare nel comunicato che accompagna la pubblicazione: “A volte sento il bisogno di fare il punto con me stesso su chi sono e quali siano le cose più importanti per me. Tra tante risposte passeggere, la sola che rimane sempre è quella di cui parlo in questa canzone e cioè che l’empatia nei confronti dei più deboli è l’unico motivo per cui valga la pena, per gli uomini, di unirsi o dividersi tra loro. Il concetto di identità […], la prima e l’ultima cosa con cui si confronta ogni artista nel suo lavoro […], ‘L’unica (cosa) oltre l’amore’ è infatti una presa di posizione politica e romantica, poetica e civile”.

L’identità dunque, la capacità di empatia, forse anche “l’anima” in un senso sacralmente umano e laico. Truppi non la nomina mai nel corso del testo, eppure noi sentiamo che non può che trattarsi di “Lei”.
Ebbene, al di là delle facili ironie, ben oltre i gusti e i molteplici, possibili giudizi di valore che accompagneranno la canzone, ci sentiamo di essere grati a questo artista per quanto ha condiviso con noi. La sua canzone è uno specchio e fermarci un attimo, guardare oltre il vetro e ritrovare un centro attraverso il brano, tutto questo varrà più di milioni di “Like” e condivisioni.
Vento a favore e buona navigazione a Giovanni, una voce rara.

di Ariel Bertoldo