I Lupercalia, il culto precursore della festività cristiana di San Valentino. Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, le antiche celebrazioni festeggiate in Febbraio, mese di purificazione.
Lupercalia, San Valentino e il Dio Faunus: i culti sinistri dei nefasti giorni di Febbraio
I Lupercalia, da cui proviene la festività cristiana di San Valentino, erano delle celebrazioni pagane in onore del dio Fauno nella sua accezione di Luperco: divinità rurale protettrice del bestiame e della fertilità. Le date in cui si onoravano le feste dei Lupercalia ricadevano fra il 13 e il 15 febbraio; periodo in cui, successivamente, in epoca cristiana si attribuì la venerazione di San Valentino, protettore degli innamorati. Questo tipo di rituali si svolgeva, primariamente, per ingraziarsi tutte le divinità che custodivano la sfera agreste, campestre e l’agricoltura. Non ci si dimentichi, infatti, che gli antichi romani erano principalmente un popolo di agricoltori e che piante e animali avevano un significato fondamentale nella loro cultura.
Nell’antica mitologia latina si adoravano, infatti, entità divine appartenenti alle sfere agresti e pastorali ; proprio perché protettrici dell’agricoltura. Fra questi, Faunus – da faveo, buono o favorevole – dio delle campagne, dei boschi e delle greggi pascolanti. Il dio Faunus si divertiva a infastidire gli uomini entrando nelle loro case. A tal proposito, era anche denominato Incubus. Faunus Lupercus era, quindi, una divinità oracolare dal carattere selvatico che, successivamente, si finì per identificare con Pan, il dio greco dall’aspetto caprino: il Satiro-Fauno legato alla natura.
L’origine di un culto misterioso
Furono Romolo e Remo a istituire l’antesignana festività da cui ebbe origine San Valentino. I Lupercalia deriverebbero dalle celebrazioni in onore del dio Faunus-Luperco, tuttavia numerose sono le leggende che aleggiano sugli albori di questo antichissimo culto pagano. Dionigi di Alicarnasso, storico vissuto al tempo di Augusto, nella sua opera Antichità Romane afferma che i festeggiamenti derivino dal miracoloso allattamento di Romolo e Remo da parte di una lupa. Secondo altre fonti da Juno Februata, Giunone purificata; invocata dalle donne in caso di febbre o per chiedere protezione durante la gravidanza. Curioso notare come l’etimologia del termine rifletta una certa semantica legata allo scopo della festa; Lupercus si collega al latino lupus, lupo: un’ulteriore conferma del carattere selvatico della celebrazione, legata a un retaggio completamente pastorale.
Rituali forastici e critiche mosse dalla società romana
I Lupercalia, prima di diventare l’attuale San Valentino, si svolgevano come celebrazioni propiziatorie nei confronti della fecondità della terra. I rituali, però, erano abbastanza spinti e chiacchierati; scopo dei vari riti era purificarsi per accogliere, dignitosamente, l’inizio della primavera portatrice di nuovi raccolti. Si sacrificavano capre ai piedi del monte Palatino, accompagnando l’offerta al dio con preghiere; successivamente, la lama intinta del sangue della vittima era appoggiata sulla fronte di due giovani. I visi sporchi di sangue erano poi ripuliti con della stoffa di lana intinta nel latte.
Alla fine del rituale, i due giovani dovevano ridere, correre nudi intorno al colle, schernire i passanti, sminuzzare la pelle a strisce della capra sacrificata e colpendo chiunque passasse. Le spose desiderose di avere figli andavano incontro ai due facendosi colpire: si pensava che, con tali gesti simbolici, si propiziassero fertilità e fecondazione. Tali rituali continuarono a essere praticati anche dopo l’avvento del cristianesimo, nonostante i divieti imposti. I festeggiamenti, infatti, pare fossero sfrenati e selvaggi tanto da non essere tollerati neppure dalla stessa società romana. Cicerone giudicava negativamente i Lupercalia definendole “riunioni selvagge”.
Critiche della Chiesa: dai Lupercalia a San Valentino
Il clero si sentiva visibilmente minacciato dalla permanenza di queste usanze pagane dalla patina esagerata e forastica. Per estirpare definitamente questi culti Papa Gelasio I, nel 496, attraverso l’invettiva “Adversus Andromachum senatorem” si scagliò contro tali cerimoniali pagani proibendo ai fedeli di parteciparvi istituendo, a tal proposito, la nuova festa cristiana dedicata a San Valentino: il martire che, per tutta la sua esistenza, predicò l’amore verso il prossimo in ogni sua forma. Volontariamente, la fece coincidere con la data in cui si celebravano i Lupercalia. L’obiettivo del Pontefice era quello di eliminare definitivamente le tradizioni profane, sopperendole attraverso cerimoniali di tipo cristiano.
Stella Grillo
Seguici su Google News
Foto in copertina: random-times.com