
Mad Men, la serie che ci ha fatti innamorare della New York degli anni Sessanta e di quel sottobosco fatto di segretarie avvenenti e uomini in carriera, è un’opera iconica soprattutto per la caratterizzazione data ai suoi personaggi. Dall’affascinante Don Draper (John Hamm) all’ineguagliabile Margaret “Peggy” Olson (Elisabeth Moss), per citarne alcuni dei più importanti, analizziamo i protagonisti di Mad Men secondo la teoria delle sedici personalità.
Analisti, diplomatici, sentinelle ed esploratori
La teoria delle sedici personalità, chiamata anche MBTI, parte dagli studi di Jung sui tipi psicologici e suddivide i caratteri in quattro grandi categorie: analisti, diplomatici, sentinelle ed esploratori. Analizzando i protagonisti di Mad Men, quello che emerge è la rappresentanza di ognuna di queste quattro macro-categorie all’interno della serie. D’altronde, non sorprende che un’azienda all’avanguardia come la Sterling Cooper non si sia fatta mancare niente quanto a eterogeneità dei suoi impiegati…

Gli “Analisti”:
Fin dalla prima puntata veniamo a conoscenza di una certezza: a Don Draper, il capo del reparto creativo della Sterling Cooper, non piace Pete Campbell, account junior ambizioso e competitivo. Pete fa di tutto per entrare nelle grazie dell’uomo del momento, Don Draper, ma i suoi tentativi sono repentinamente frustrati. Eppure, entrambi appartengono alla macro-categoria che l’MBTI chiama “Analisti”, individui razionali che compiono le loro scelte in base alla ragione piuttosto che al sentimento. Ma Don è un analista diverso da Pete: il primo è un ENTJ, ovvero un “Comandante”, mentre il secondo un ENTP, ovvero un “Dibattente”. Gli Entj come Don Draper sono dei leader nati, poiché carismatici e sicuri di se stessi, capaci di trascinare le folle dietro un obiettivo comune. Gli Entp come Pete Campbell, invece, sono degli innovatori di larghe vedute, ma meno adatti al comando poiché non di rado persi tra i meandri dell’immaginazione e dei loro sogni di gloria.

I “Diplomatici”:
Peggy, Ken e Paul appartengono alla macro-categoria dei “Diplomatici”, idealisti dotati di grande empatia e doti comunicative. Peggy Olson è un’INFJ (“Sostenitrice”), ovvero una sognatrice dotata di risolutezza e determinazione. Salda nelle sue idee quanto il suo capo Don Draper, a differenza di quest’ultimo è orientata a mantenere l’armonia tra chi la circonda. Non a caso viene vista spesso come la versione in positivo del protagonista. Nella New York anni Sessanta descritta da Mad Men, dove le donne aspirano fare le segretarie per diventare le amanti del capo, Peggy vuole essere il suo capo, e ci riesce.
Ken Cosgrove è invece un ENFJ, ossia un “Protagonista”. Caratteristica di questo tipo di personalità è la grande socievolezza l’abilità nel vedere il potenziale nelle altre persone. Paul Kinsey, invece, è un ENFP, ossia un “Attivista”. D’altronde, lui è la pecora nera della Sterling Cooper: si distingue dagli altri per via delle sue idee politiche ed è il primo che vediamo battersi per i diritti degli afro-americani.

L“Esploratore”:
Roger Sterling rappresenta quello che Don Draper rischia di diventare: un leader in declino, un uomo “ridicolo” vittima dell’alcool e della passione per le giovani donne. Egli, però, sembra quasi infischiarsene del suo declino. Forse proprio perché è un ESTP (“Imprenditore”), personalità che rientra in quella degli “Esploratori”. Gli Estp amano essere al centro dell’attenzione, nel bene e nel male, e agiscono prima di pensare alle conseguenze. Sono pertanto tra le personalità che più propendono al rischio, dato che per loro le regole esistono per essere infrante.

Le “Sentinelle”:
La macro-categoria delle “Sentinelle” individua personalità di tipo più pratico che visionario, e tendenti alla conservazione dell’ordine prestabilito. Una sentinella è proprio il grafico omosessuale Salvatore Romano, del tipo ESFJ (“Console”): attaccato alla famiglia e alle tradizioni, non vuole portare allo scoperto la sua vera natura perché teme il giudizio dall’esterno.
Un’altra sentinella, ancora più emblematica, è Harry Crane, l’impiegato ideale che ogni agenzia vorrebbe avere: ligio al dovere, pratico, focalizzato sui fatti e sui più piccoli dettagli che possono sfuggire ai creativi. La sua personalità è quella dell’ISFJ, e può essere riassunta in una battuta che il personaggio fa su se stesso: “Di cosa posso parlare se non di lavoro?”.

Di Eleonora Quarchioni
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