L’emergenza maltempo fa tremare l’Italia. La situazione a Venezia è “drammatica”. Due morti e simboli della città a forte rischio. Procedono i lavori per la messa in sicurezza e si propongono idee per completare al più presto il Mose. Intanto scuole chiuse e Conte rassicura le famiglie: “teniamo la situazione monitorata”
Acqua record a Venezia– La Basilica di San Marco è stata completamente invasa dall’acqua: questo l’allagamento è il secondo più grave della storia, non accadeva dal 1966. Ad oggi, la situazione è “drammatica”: piazza San Marco sommersa da 1,87 m di acqua, due vittime sull’isola di Pellestrina (uno dei quali di 78 anni, rimasto folgorato per un corto circuito in casa) e simboli della cultura italiana a rischio.
“Drammatica” è stata la parola utilizzata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che si è recato sul posto nel pomeriggio per valutare la gravità della situazione, annunciandolo su Twitter. Poco fa si è tenuta la riunione di emergenza a Palazzo Poerio, nella zona di piazzale Roma a Venezia.
Vi hanno partecipato-insieme al premier- anche il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, la ministra alle infrastrutture Paola De Micheli, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.
Le sirene tornano però a suonare per avvisare ulteriore acqua alta questa notte: alle 23,35, infatti, l’acqua tornerà a sommergere la città, seppur con un livello inferiore rispetto a quello raggiunto oggi (è prevista un’altezza del livello dell’acqua di 1.25m).
Le dichiarazioni delle autorità
“C’è bisogno di fare squadra, c’è bisogno di collaborazione. Ci metteremo intorno ad un tavolo e trarremo le fila delle decisioni finali”. Queste le ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio prima di procedere alle ispezioni serali alla Basilica. A comunicare il tutto è arrivato accompagnato dal ministro delle infrastrutture De Micheli, durante il vertice.
Quest’ultima ha assicurato che le autorità competenti si occuperanno in prima persona e con la massima urgenza di completare il Mose. Il sistema di paratie per proteggere la città è stato progettato e iniziato nel 2003 e avrebbe dovuto essere pronto già tre anni fa.
Per di più è un tassello delicatissimo della questione in quanto porta a suo carico diversi scandali e inchieste per corruzione. “Il governo è presente, siamo qui
per dare il segno di una fattiva partecipazione del governo. Venezia è un patrimonio dell’Italia e dell’umanità che ha bisogno di risolvere una serie di problemi storici che si trascinano”.
A comunicare ai microfoni di SkyTg24 non è mancato il presidente della Regione Veneto Zaia: “ C’è la massima attenzione per la pericolosità e l’incolumità dei cittadini. Il Mose è realizzato al 99%, non so se funzionerà, ma abbiamo la certezza che comunque Piazza San Marco non sarà messa in sicurezza.
Tutt’oggi il Mose non c’è e Venezia è sott’acqua”. La preoccupazione è palpabile, ma la buona notizia è che si sta lavorando per mettere in sicurezza la città. Domani, infatti, verrà dichiarato lo stato di emergenza, intanto procedono le misure protettive e si chiudono tutte le scuole.
Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha espresso il suo timore per la situazione attuale e soprattutto per quella che si presenterà stanotte. Guardando al lato pratico, tuttavia, asserisce che servono ben 100 milioni per la manutenzione annua del Mose e dice: “Uscito da qui andrò al Senato per un emendamento alla manovra per trovare questi soldi, per mettere in sicurezza un patrimonio non italiano, ma mondiale”.
I danni
Quattro pompe idrauliche attive da questo pomeriggio a Pellestrina danni “indiretti” dovuti alle maree non solo a Venezia, ma anche a Verona e Vicenza. Gondole, barche e motoscafi trascinati dal vento nelle calli, diversi feriti e, purtroppo, anche alcune vittime. La violenza travolgente dell’acqua ha colpito i cittadini trascinando con sé tronchi, pali, e procurando corti circuiti negli edifici della città.
Ad essere maggiormente colpiti e a riportare i più gravi danni sono stati i simboli di Venezia. Il teatro La Fenice ha dovuto annullare gli spettacoli, il municipio di Ca’ Farsetti è rimasto totalmente isolato. La basilica di San Marco “a un soffio dall’Apocalisse”.
Queste le parole amareggiate del procuratore di San Marco, Pierpaolo Campostrini: “Superato il metro e 65 cm l’acqua è entrata, ha allagato il pavimento e rompendo le finestre è finita nella cripta, allagandola”. A rischio non solo i marmi e i mosaici della splendida opera architettonica, ma anche le colonne che reggono l’intera chiesa, che avrebbero potuto subire pesanti problemi statici.