Nello spazio di LetteralMente Donna una donna eccezionale che fu una pioniera del cinema e che dette un contributo essenziale alla cultura cinematografica mondiale ideando e realizzando il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Il suo nome è Maria Adriana Prolo e questa è la sua storia

Maria Adriana Prolo, l’educazione anticonformista e l’incontro con la cinematografia

LetteralMente Donna è dedicata a Maria Adriana Prolo, fonte cameralook.it
Maria Adriana Prolo, fonte cameralook.it

La Prolo si è sempre distinta nel corso della sua vita per essere una donna tenace, indipendente, emancipata e anticonformista. Uno dei motivi per cui sviluppò queste sue doti fu senza dubbio l’essere cresciuta in una famiglia di donne forti e l’aver ricevuto una educazione libera che le permise di seguire senza intralci i suoi interessi. Sin da piccola, ad esempio, Maria Adriana Prolo si divertiva a collezionare oggetti ed esporli in modo tale da attirare l’interesse dello spettatore. Una passione che le tornò utile da grande quando entrò nel mondo della cinematografia.

C’è da dire però che la Prolo non nacque cinefila ma si laureò a Torino in storia e letteratura per poi lavorare nella Biblioteca Reale dedicandosi alla ricerca e alla studio della storia sabauda prima del 600′-700‘ e poi del Risorgimento. Accanto a ricerche storiche coltivava la passione per la letteratura e la poesia. E quando, nel 1938, per una sua ricerca sulla storia della letteratura piemontese dal 1890 al 1914 si ritrovò a sfogliare le riviste torinesi del cinema muto, si appassionò alla cinematografia. In particolare comprese immediatamente il ruolo primario di Torino nella produzione cinematografica delle origini degli anni 10′.

Il collezionismo di oggetti cinematografici e l’idea di un museo

Maria Adriana Prolo iniziò, sulla base della sua nuova passione, a collezionare oggetti cinematografici riferiti sia alla produzione che alla posto produzione di un film grazie all’incontro all’amicizia con persone, come Giovanni Pastrone, che avevano dato un contributo importante al cinema dei primi anni del 900′ o acquistandoli personalmente. Ricorda la Prolo nella sua autobiografia, come riportato da quotidianopiemontese.it, che “il sabato al Balôn, mi chiamavano la Signorina del cinematografo, perché sapevano più o meno quello che cercavo, però c’era sempre un tipo, chiamato l’uomo del sacco, che arrivava prima di me… Si, per modo di dire, perché poi credevano più a me che a questo signore (come si chiamava, non mi ricordo più come si chiamava). Perché lui poi comprava gli apparecchi cinematografici trasformandoli poi, rovinando i pezzi originali, per farne delle macchine da presa per dilettanti”.

Così con tenacia e grazie a fondi di amici o conoscenti e della sua stessa famigli arrivò a realizzare la sua prima importante collezione che verrà custodita a partire dal 1941 al secondo piano della Mole Antonelliana dopo la concessione ricevuta dal comune di Torino e poi nei seminterrati dello stesso luogo. Quest’ultima collocazione salvò il lavoro della Prolo dai bombardamenti della guerra. E proprio durante la seconda guerra mondiale, nel 1941, che la Prolo ebbe un’idea sensazionale e scrisse nelle sue note: “Pensato il Museo”. Da quella annotazione iniziò il sogno di rendere fruibile la sua collezione. Un sogno per il quale dopo la guerra mentre, come ha raccontato, “le mie amichie pensavano a comprare i cappellini io pensavo al museo” decidendo, nonostante la situazione difficile del dopoguerra, di iniziare la lavorare prima come annunciatrice e poi come insegnante per finanziare il suo progetto.

L’amicizia con Henri Langlois e la nascita del museo del cinema

Alla fine degli anni 40′ Maria Adriana Prolo strinse un amicizia e una corrispondenza durata 28 anni con Henri Langlois, il direttore della Cinématheque Française, animati entrambi da una grande passione per il cinema. Fu lui a spronare la Prolo andare avanti nella fasi più critiche. Cosi con coraggio questa donna libera ambiziosa costituì nel 1953 l’l’Associazione Culturale Museo del Cinema con lo scopo di raccogliere, conservare e rendere pubblico tutto il materiale inerente alla storia della cinematografia e della fotografia. Associazione che poi entrò a far parte della Féderation Internationale des Archives du Film (F.IA.F.). Infine nel 1958, dopo vent’anni di duro lavoro, la Prolo realizzò il suo sogno aprendo il suo Museo Nazionale del Cinema a palazzo Chiablese dove rimase fino al 1983 per trasferirsi nel 2000, 9 anni dopo la morte della sua fondatrice, alla Mole Antonelliana.

Stefano Delle Cave

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