Mario Pincherle è stato uno tra i più grandi ricercatori italiani delle antiche civiltà, a lui si devono eccezionali scoperte. Nacque a Bologna il 9 luglio 1919 da una famiglia di origini ebree. Laureatosi in ingegneria, nel 1942 si arruolò nelle fila dei partigiani d’istanza sulle montagne delle Marche. Alla fine della guerra tornò a Bologna e nel 1954 sposò Francesca Leo dalla quale ebbe quattro figli: Maurizio, Roberto, Marina e Ada. La sua lunga carriera di insegnante e ricercatore registrò una decisa svolta nel 1965 dopo il suo primo viaggio in Egitto e dopo la visita alla Piramide di Cheope.
Da quel momento teorizzò la presenza dello Zed all’interno della piramide di Cheope. La scoperta annunciata nel 1969 era accompagnata da uno studio pubblicato dalla prestigiosa Accademia dei Lincei. Nello studio si spiegava come la piramide di Cheope non sarebbe affatto la tomba del faraone, come del resto molti archeologi sostengono anche di recente, bensì una struttura costruita proprio a protezione dello Zed, un monolite di granito pre-esistente alla creazione del monumento, con funzioni di calendario cosmico, osservatorio astronomico e bussola. La scoperta di Pincherle dette a quel punto avvio ad un nuovo progetto di ricerca volto alla ricostruzione delle tecniche di edificazione impiegate nell’antico Egitto.
Mario Pincherle e le teorie sullo Zed
Pincherle affermava anche che lo Zed non era opera degli egiziani, ma appartenesse alla civiltà atlantidea. I suoi studi portarono alla convinzione che il monolite fosse costituito da duecento blocchi di granito per un peso complessivo di circa 60 tonnellate. La scoperta diede impulso ad un nuovo progetto di ricerca volto alla ricostruzione delle tecniche di edificazione impiegate nell’antico Egitto. Gli studi che accompagnarono queste ricerche si basavano sulla lettura della Bibbia, dei testi apocrifi e sulle parole di Enoch ed Abramo.
Questo studio in particolare avvicinò Mario Pincherle ad una dimensione maggiormente spirituale, inducendolo ad approfondire tematiche religiose, scientifiche e filosofiche. Pincherle non scompose la vastità del sapere in parti separate ma affrontò le tematiche da una molteplicità di punti di vista. Queste spaziavano dalla tradizione religiosa alla critica scientifica e filosofica, dall’archeologia alla paleotecnologia. Nella sua vasta produzione letteraria lo scopo primario di Mario Pincherle fu quello di smascherare alcuni falsi misteri dell’antichità.
Le scoperte e la produzione letteraria
Grazie alle sue ricerche, descrisse il sistema utilizzato dagli egizi per sollevare gli enormi blocchi di granito con cui hanno costruito le piramidi; ricostruì il primo modello di bussola; spiegò la tecnica utilizzata da Archimede per incendiare la flotta romana, ed espose addirittura il metodo utilizzato dagli antichi per ottenere la granulazione dell’oro. Tra le sue ricerche più importanti c’è quella sui ventidue archetipi, già utilizzati anche da Socrate e Platone.
Nonostante il disinteresse mostrato a Pincherle tra gli anni ’70 e ’80 dall’ambiente accademico e da quello editoriale, Mario continuò a condurre i suoi studi a ritmo incessante. I suoi libri possiedono tutti un unico filo conduttore, lo stesso filo che lui seguì e che lo guidò a compiere quest’incredibile cammino di scoperte. Oggi i suoi testi sono pubblicati da diverse case editrici e la sua opera persegue l’obiettivo di preparare la strada alla conoscenza olistica del III millennio.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Mario Pincherle) photo credit: dionidream.com