Cinema

Mario Soldati: un regista dietro la macchina da scrivere

Ci sono scrittori che sembrano conoscerti, sapere di te e della tua vita. Ciò che scrivono è talmente vero, profondo, da essere come pane quotidiano di cui si cibano i sogni. Mario Soldati è un visionario. Ha la capacità di scandagliare l’animo. Tanto che un turbamento possa apparire, nella descrizione, chiaro come un paesaggio. E sa animare, di vitali pulsazioni, le cose inanimate.

Soldati fu più cose insieme. Scrittore, regista, sceneggiatore, perché si interessò a tutto. Con uno sguardo nitido, attento a cogliere “le supreme bellezze. Consapevole che il disinteresse fa sembrare tutto opaco”.

Mario Soldati- Foto dal web
mario soldati – Foto dal web

Famoso al suo primo debutto in televisione

Quando Mario Riva intratteneva il pubblico televisivo nell’unico programma della Rai, Il Musichiere, tra gli ospiti vi fu Mario Soldati. Memorabile apparizione la sua, che lo fece apprezzare e conoscere ancora di più. Convincendo il pubblico a capirlo e ad amarlo, più di prima. Non sfuggiva lo sguardo sornione da intellettuale, elegante dandy di facciata. Un sigaro in bocca a reggere il sorriso, abbassato in una piega semiaperta, di chi sembra conoscere qualcosa molto bene.

Assomigliava ad un raffinato attore nel portamento, ma lo era ancora di più quando scriveva. Nelle sue pagine, come dietro una cinepresa. E il lettore sembrava vedere, più che leggere, il racconto. Si ritrovò in America nel 1929. In “un epoca pazza e disperata. Gli anni del proibizionismo, della disoccupazione, dei bar clandestini dei famosi gangster”. Diventarono un libro questi momenti, America primo amore. Lo scontro tra la durezza e il fascino di una terra straniera, così come lo sente uno studente torinese, fuggito dall’Italia fascista. Tornò in patria con una nave mercantile. Lui che aveva cavalcato il mito dell’America anni 30. Chimera di salvezza di tanti compatrioti.

Mario Soldati - Foto dal web
Mario Soldati – Foto dal web

Nel cinema battendo il ciak

L’esordio più semplice lo ebbe nel cinema. L’umiltà di arrangiarsi, con la “tavoletta” ad ogni scena davanti l’inquadratura, gli diede la possibilità di rubare il mestiere con gli occhi. Di imparare sul campo. Il segreto carpito: la cultura doveva essere trasportata con le immagini. Soldati si dedicò alla regia di classici della letteratura italiana come Malombra, Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro con interprete Alida Valli. Ventenne, nel suo primo ruolo drammatico, che meritò la Coppa Volpi come miglior attrice.

I film realizzati sono trasposizioni fedeli dei romanzi. Ma di suo c’è la caratteristica di mescolare i contrasti. Personaggi profondi e caricature, luoghi aristocratici e sfondi rurali. La donna del fiume, sceneggiato con Pasolini, Ennio Flaiano, Giorgio Bassani, consacrò definitivamente Sophia Loren sulle scene.

Mario Soldati - Viaggio nella valle del Po - Foto web
Mario Soldati – Viaggio nella valle del Po – Foto web

Giornalista di enogastronomia, nutrimento dell’anima al pari delle parole

Fu il primo giornalista del genere “reportage enogastronomico”. Con facilità e garbo, fece suoi questi approfondimenti. Perché aveva un rapporto passionale con i territori e con le sue genti. Dando allo spettatore la sensazione di abitare in uno dei suoi racconti-documentari. In Viaggio lungo la valle del Po, decanta prodotti tipici, osterie, prendendo per mano il pubblico. Quasi come uno di famiglia, che fa la domanda più semplice ma più cara, “hai mangiato?”. Un sentimento lungo tutto un viaggio.

Vent’anni fa moriva uno scrittore del 900 italiano. Non solo. “Qualcosa che somigli alla felicità” era, secondo Sciascia, il sentimento che Mario Soldati suscitava nel lettore. Poteva descrivere qualunque realtà e farla bella. Con la sua scrittura minuziosa, armoniosa, al sapore di saggezza, quella propria di un padre confessore o di un capo famiglia. “Ogni passione profonda contiene in se il suo contrario”. “Quando riusciamo a vedere la bellezza essa è sempre perduta”. Le sue massime, di cui fare tesoro. Frasi forti, che sono come introspezioni, operazioni a cuore aperto. Parole aspre, che come lui ci insegna, sono amare quanto vere. A Torino vi è una targa dedicata a Mario Soldati. Per aver compiuto eroicamente il salvataggio, a soli 15 anni, di un uomo con la canoa ribaltata nel fiume. Un nobile gesto che gli valse una medaglia al valore civile. E, una medaglia poggiata sul petto, è sempre vicino al cuore.

Federica De Candia. Seguici su MMI e Metropolitan cinema

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