“Quand’è che fai un figlio?” è la domanda che ogni donna in età fertile in una relazione più o meno stabile si è sentita fare almeno una volta nella vita. Tralasciando l’indelicatezza del quesito sulla maternità, poiché potrebbe essere posta a qualcuno che di figli ne vorrebbe eccome, ma per i motivi più disparati non può o non riesce, non è raro trovarsi di fronte a donne che hanno scelto consapevolmente di non averne.
Maternità e il fenomeno del movimento Childfree
Si sente sempre più spesso parlare di childfree, da non confondere col termine childless. Se il primo descrive la condizione di non avere figli come atto di libertà e autonomia, chi si ritrova nella seconda non ha bambini per circostanze indipendenti dalla propria volontà.
Nei primi anni del 2000 negli Stati Uniti è persino nato un movimento, chiamato proprio Childfree, che sta prendendo sempre più piede anche nel nostro paese. La rivista Time nel 2013 ha addirittura dedicato una copertina alla questione sulla maternità. When having all means not having children campeggiava come uno slogan sul frontespizio.
Childfree, a dire il vero, non esprime solo la mancanza del desiderio di non procreare, ma è diventato anche un termine per descrivere spazi pubblici non child friendly. Esistono infatti alcuni locali, come ristoranti e alberghi, dove i bambini non sono graditi per garantire agli adulti pace e relax, lontani dalle urla e dal baccano dei piccoli ospiti.
Le possibili motivazioni dietro alla scelta di non avere figli
In una società che sta cercando di evolversi affinché venga stigmatizzata l’idea della donna vista come macchine sfornatrici di figli, sembra tuttora che la scelta porti con sé la costrizione di doversi giustificare, di dare delle spiegazioni.
A volte non allargare la famiglia è una scelta dettata dalla carriera lavorativa, altre semplicemente perché non si desidera averne, perché il cosiddetto orologio biologico è solo una mera imposizione della società e perché non tutte le donne si sentono incomplete senza prole e non averne non fa sentire meno donne.
Non si tratta di assenza di istinto materno o mancanza di amore per i bambini. Michela Andreozzi nel 2018 ha pubblicato un libro a riguardo dal titolo “Non me lo chiedete più. #Childfree, la libertà di non volere figli e non sentirsi in colpa” (edito da Harpers and Collins). La regista e attrice romana approfondisce in modo autobiografico le motivazioni di una scelta e la necessità di normalizzarla, spiegando di essere una childfree felice.
«Dire di non volere figli oggi è un po’ come fare coming out: trovate il coraggio di far sentire la vostra voce. Non nascondetevi dietro la scusa, ad esempio, di non riuscirci. La vostra vita ha valore anche se non avete figli e non intendete farne» ha dichiarato l’attrice in un’intervista in occasione della presentazione del suo libro a D di Repubblica.
Elisa Pagliara