Si era sollevata la preoccupazione nel Paese dopo che il 31 agosto il giornalista tedesco Arndt Ginzel aveva affermato di aver perso i contatti con Mattia Sorbi, giornalista italiano freelance che come molti si trovava nella zona di guerra ucraina. Il giornalista si era recato a Oleksandrivka, vicino Kherson, dove il suo taxi sarebbe finito su una mina ucraina, stando all’agenzia di servizi russa Tass che riporta una comunicazione del ministero della Difesa. L’apprensione del Paese si è però diradata nella giornata di ieri, quando Sorbi ha condiviso dal suo profilo Facebook una sua foto in un ospedale, dove il personale si starebbe prendendo cura di lui. Afferma inoltre di non aver potuto dare precedentemente sue notizie a causa delle difficoltà di comunicazione in Ucraina. La Farnesina conferma inoltre di avere contatto costante col reporter e rassicura sul suo stato di salute.

Il giornalista italiano finito su una mina in Ucraina e la – triste – spendibilità del fatto dai media filorussi: la storia di Mattia Sorbi

Il giornalista, ripreso in un video di una testata russa

“Cari amici, grazie moltissime per la vostra solidarietà e per tutto l’affetto che state dimostrando in questi giorni, preoccupati per la mia assenza di contatti”, esordisce Mattia su Facebook, “sto raccogliendo tante storie da raccontarvi e non mancherò di farvi sapere!”. Il giornalista, nonostante l’incidente nella zona di guerra del conflitto russo-ucraino, afferma di stare bene e di aver raccolto molto materiale: una passione, la sua, che nemmeno un ordigno può fermare. Gli scontri intanto continuano, soprattutto sul molteplice fronte della controffensiva ucraina che si muove proprio in direzione di Kherson, documentato anche dagli stessi militari ucraini, oltre che dai numerosi giornalisti presenti sul posto. E’ andata molto bene a Mattia Sorbi, che secondo l’agenzia di informazione di Mosca Tass sarebbe stato soccorso e curato da soldati russi.

Una fortuna che non è tristemente toccata ad altri otto giornalisti vittime sul campo fin dall’inizio del conflitto: tutti vittime, secondo le fonti, del fuoco russo. La comunicazione del ministero della Difesa ha fatto però gioire anche i media putiniani, pronti a utilizzare questo comunicato (che il post di Sorbi non conferma né smentisce) per giustificare i “crimini di guerra” del paese invaso. Colpisce poi – e fa sorgere un paio di domande – la ricostruzione dei media putiniani, con gli eroici soldati di Mosca pronti a salvare la vita del giornalista, intrappolato in un auto in fiamme, nonostante il fuoco di soppressione ucraino. Un tentativo di mistificazione? Forse: ma acquista risonanza in certi ambienti dietrologici, disinteressati della sorte di Mattia Sorbi, che comunque è al sicuro e non si teme per la sua salute, stando alla Farnesina. Intanto, il clima internazionale resta teso, anche a seguito delle recenti dichiarazioni di Putin.

Alberto Alessi

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