A tu per tu con Maurizio Nichetti

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Di Redazione Metropolitan

Maurizio Nichetti è un attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, famoso soprattutto per le sue sperimentazioni in ambito cinematografico e l’attitudine a una comicità mimica e surreale. Lo abbiamo intervistato per parlare con lui dell’evoluzione del cinema degli ultimi anni.

Il cartoon del cinema italiano

Maurizio Nichetti è uno dei più grandi sperimentatori italiani in ambito cinematografico e, come spesso accade, è considerato molto di più all’estero che in patria. Dai primi anni ’70 lavora come sceneggiatore di cartoni animati e spot pubblicitari per la Bruno Bozzetto Film ed esordisce dietro la macchina da presa nel 1979 con Ratataplan, film nel quale è evidente il legame con il gruppo teatrale “quelli di Grock” da lui stesso fondato nel 1974.

Maurizio Nichetti - Fonte: web
Maurizio Nichetti in Volere Volare (1991). Fonte: web

Tutti conoscono Chi ha incastrato Roger Rabbit?, ma quanti sanno che non è davvero il film che ha “inventato” la tecnica mista, gli inserti animati? Lo aveva già fatto Maurizio Nichetti, nel 1982, con un cortometraggio che anticipava i temi del suo successivo film Volere Volare. Ma si sa, in Italia non siamo molto bravi a valorizzare le avanguardie.

È regista anche di Ho fatto splash, Ladri di saponette e Il Bi e il Ba, inoltre nel 1984 partecipa al film in costume di Mario Monicelli Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno interpretando Bertoldino, il figlio sciocco e sempliciotto di Bertoldo (Ugo Tognazzi).

MMI intervista Maurizio Nichetti

Crede che oggi sia ancora possibile una sperimentazione in grado di stupire o abbiamo già visto tutto?
Direi che oggi siamo solo all’inizio di una fase sperimentale, per quanto riguarda le tecnologie di ripresa. Negli ultimi 15 anni si è rivoluzionato l’immaginario collettivo del pubblico, sono nate nuove professioni e altre, legate al passato, sono sparite. Il problema è che la sperimentazione oggi passa attraverso budget che il nostro cinema non si può permettere. Quindi rimaniamo sempre di più confinati in un realismo che non appartiene più alle grandi produzioni spettacolari realizzate per un pubblico internazionale, in un mercato diventato, nel frattempo, globale.

Maurizio Nichetti - Fonte: web
Maurizio Nichetti – Fonte: web

Cosa pensa di Netflix e delle piattaforme streaming? È d’accordo con chi dice che la sala cinematografica è superata? 
Non è questione d’essere più o meno d’accordo. È un dato di fatto. L’offerta di prodotti audiovisivi seriali su piattaforme digitali on demand ha modificato irreversibilmente l’uso che il pubblico fa del prodotto cinematografico. La sala e il format da “lungometraggio” è stato superato, anche per motivi produttivi. Solo serializzando le storie si possono ammortizzare i costi di avviamento sul primo capitolo. Una puntata de Il Trono di Spade costa più di tre lungometraggi italiani di media produzione. 

Il pubblico non lo sa, ma preferisce stare in casa e scegliere col telecomando un’avventura più fantastica, più ricca e più fantasiosa di mille storie realistiche che sono battute, oggi, da una cronaca quotidiana documentata con telefonini e selfie. Può dispiacere tutto questo o renderci ancora più curiosi su cosa succederà nei prossimi anni.

Maurizio Nichetti - Fonte: web
Maurizio Nichetti e Angela Finocchiaro. Fonte: web

E invece, visto il suo background come sceneggiatore di fumetti, come vede il mondo dell’animazione oggi? E la moda dei cinecomic? 
Il mio ottimismo verso il futuro nasce proprio dalla mia appartenenza ad un mondo fantastico. Non avrei mai potuto realizzare un film neorealista, ma grazie al neorealismo ho raccontato in modo fantastico il tema della televisione commerciale alla fine degli anni ottanta in Italia. Ladri di Saponette è un esempio di quel neorealismo fantastico che, dalle nuove tecnologie, può arricchirsi ogni anno di nuove sfide.

Per quanto riguarda il mondo dell’animazione, ovunque sta invadendo i mercati cinematografici con lavori sempre più “sperimentali” negli effetti e nelle tecniche, al punto di non rendere più distinguibile un film d’animazione da un film dal vero (Come classifichiamo Dumbo di Tim Burton?). Invece in Italia continuiamo a utilizzare i cartoni animati per piccoli lavori dedicati al mondo dell’infanzia, serialità pensate per l’età prescolare. Una grossa limitazione.

Maurizio Nichetti e Angela Finocchiaro. Fonte: web

Come crede che stia evolvendo il linguaggio visivo?
Il mondo dell’audiovisivo è, oggi più che mai, in continua evoluzione. Solo osservandolo con curiosità e interesse potremo godere nelle nuove forme di produzione e distribuzione che ci verranno sottoposte. Rimpiangere il cinema com’era una volta o il fascino della vecchia sala cinematografica è pericoloso. Perché ci farà sentire, inevitabilmente, sempre fuori luogo e non adatti al nuovo che avanza.

Esiste ancora la qualità?
Esistono nuove categorie di qualità. Se un pittore cercasse ancora l’abilità nel rappresentare correttamente un incarnato umano, ignorando nuove forme di espressione e, soprattutto, nuove forme di autopromozione del proprio lavoro, sarebbe un pittore fallito. Se diventasse, però, un genio dei social, non sarebbe più un pittore. Bisogna chiarire di quale qualità stiamo parlando. L’arte si evolve e le qualità cambiano.

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