Meliorism: termine desueto proveniente dal latino che vide la sua ampia diffusione nella lingua inglese. Nel nuovo appuntamento della rubrica Parole dal Mondo, la concezione che il mondo possa subire miglioramenti.
Meliorism: George Eliot, la scrittrice inglese che ideò il termine
Le radici dell’etimologia del termine qui in analisi derivano dal latino: da melior, meglio. Tuttavia Meliorism – meliorismo, in italiano – ebbe larga diffusione nella lingua inglese. Nel 1868 si attribuì alla scrittrice George Eliot, pseudonimo di Mary Anne Evans. La filosofia di vita della scrittrice si poneva, nei confronti degli accadimenti dell’esistere, non in maniera ottimista e neppure pessimista. Il suo atteggiamento era, per cosi dire, di mezzo; tanto da inventare un termine per sé stessa: ”meliorista”. Questa concezione si fondava sull’auspicio e le convinzioni di un graduale miglioramento della massa. Secondo la Eliot, ogni individuo era destinato a scorgere la felicità autentica solo nell’aiutare gli altri. A proposito di Meliorism, in una lettera a James Sully, datata 19 gennaio 1877, George Eliot scrive:
”Non so di aver mai sentito nessuno usare la parola “meliorista” tranne me. Ma comincio a pensare che non esiste una buona invenzione o scoperta che non sia stata fatta da più di una persona. L’unico buon motivo per fare riferimento alla “fonte” sarebbe che hai trovato utile per la dottrina del meliorismo citarne un confessore fuori moda di fronte agli estremi della moda”.
Un pensiero metafisico che sostiene il progresso
La parola Meliorism, successivamente, si espanse sopratutto in filosofia. Nella dottrina etica, il termine in analisi, si pone a egual distanza sia della disposizione psicologica dell’ottimismo, sia relativamente al pessimismo. Tale pensiero dà fiducia all’uomo poiché capace, per l’appunto, di realizzare il proprio miglioramento morale affidandosi al proprio sé. E’ quindi un pensiero metafisico che sostiene il progresso naturale che, come conseguenza, reca un miglioramento universale. L’azione umana può interferire con quei processi che, di base, sarebbero naturali: tale interferenza recherebbe un risultato migliore rispetto al primordiale esistente in natura.
William James, padre della psicologia americana e fra i principali pensatori del XIX secolo, diede un’accezione più pragmatica al termine. Nelle opere di James, infatti, la concezione di Meliorism, non riflette totalmente l’idea del progresso: il meliorismo sta sì, fra pessimismo e ottimismo, ma la convinzione che il mondo possa migliorare non è trattata come una certezza o un’impossibilità, bensì, come una probabilità.
Stella Grillo
Foto in copertina: Meliorism – Photo Credits: pinterest