Fino al 14 febbraio 2021 Genova ospita “Michelangelo. Divino artista”. Le sale di Palazzo Ducale accolgono da oggi una mostra che punta l’attenzione sui rapporti intessuti tra il maestro e i suoi contemporanei.
È il racconto di una carriera prodigiosamente lunga e operosa, durante la quale Michelangelo entrò in contatto con personaggi illustri della politica, della religione e della cultura. Prodotta e organizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale MetaMorfosi, l’esposizione è curata da Cristina Acidini con Elena Capretti e Alessandro Cecchi.
Michelangelo a Genova, le opere
Questa eccezionale esposizione raccoglie sculture, disegni autografi e carteggi del grande maestro del Rinascimento. Si tratta di un’occasione preziosa soprattutto perché la gran parte dei capolavori di Michelangelo sono inamovibili, divisi principalmente tra i musei di Firenze e i palazzi del Vaticano. Tra le opere che l’organizzazione è riuscita a portare in mostra, spiccano due importanti prestiti: la Madonna della Scala e il Cristo redentore.
La Madonna della Scala è uno dei più notevoli lavori giovanili di Michelangelo, databile al 1490 circa e conservato in Casa Buonarroti a Firenze. Il Cristo redentore invece, realizzato tra il 1514 e il 1516, si trova solitamente nella chiesa di S.Vincenzo Martire a Bassano Romano (VT). Un’opera monumentale identificata solo venti anni fa come la prima versione del Cristo redentore conservata in Santa Maria sopra Minerva a Roma.
Alla corte di papi e re
Nessun altro artista ha mai potuto vantare d’aver frequentato sotto il loro stesso tetto due futuri pontefici di stirpe medicea come Leone X e Clemente VII. Inoltre Michelangelo servì ben sette papi e intrattenne rapporti diretti con mecenati della grandezza di Lorenzo il Magnifico e con i reali di Francia quali Francesco I di Valois e la nuora Caterina de’ Medici.
La mostra conduce dunque i visitatori in uno spaccato del Rinascimento italiano, non solo nei suoi aspetti artistici ma anche in quelli storici e sociali. Il percorso è visitabile secondo i protocolli di sicurezza anti-contagio che prevedono la misurazione della temperatura all’ingresso, l’obbligo di mascherina in tutti gli spazi e il rispetto della distanza interpersonale.
di Flavia Sciortino
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