Si è appena concluso un altro tragico fine settimana per le coste italiane. Dal 7 al 10 aprile sono state circa 2mila le persone tratte in salvo nelle operazioni di soccorso nel mar Mediterraneo di fronte alle terre calabresi e siciliane.
Migranti, nel Mediterraneo continua l’emergenza: cosa è successo
Gli sbarchi e i naufragi nelle acque del mar Mediterraneo non si arrestano nel fine settimana di Pasqua. Quello appena trascorso è stato infatti un altro weekend tragico che ha visto la Guardia costiera italiana impegnata in molteplici operazioni di soccorso e salvataggio: l’attività dei soccorritori, operativi in diversi scenari, ha consentito di trarre in salvo circa 2mila persone. A questi si aggiungono i soccorsi (tutt’ora in atto) nel mar Ionio tra la Sicilia e la Calabria e coordinati dal Centro nazionale del Soccorso marittimo della Guardia costiera, a favore di un peschereccio con circa 800 migranti a bordo, intercettati a oltre 120 miglia a Sud-est di Siracusa. Inoltre, la Guardia costiera è intervenuta nelle ultime ore per soccorrere anche un’altra imbarcazione con 400 persone a bordo a 170 miglia a Sud-Est di Capo Passero, segnalata dall’ONG Alarm Phone che fin dalla giornata di Pasqua aveva lanciato l’allarme.
Si tratta di numeri che hanno portato nuovamente al collasso l’hotspot di Lampedusa. La struttura ospita al momento circa 1.800 persone, quattro volte più della sua capienza massima. Tra loro ci sono anche i ventidue superstiti, tra cui 9 donne, del naufragio avvenuto nella notte tra sabato e domenica in acque Sar maltesi, salvati dalla nave Nadir della ONG tedesca Resqship. I pm di Agrigento hanno aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina al fine di ricostruire quanto accaduto. In più, negli ultimi giorni, sono state riscontrate difficoltà nei trasferimenti dei migranti verso la terraferma. I traghetti di linea, utilizzati per trasferire i migranti dal molo alla struttura di primissima accoglienza, sembrerebbero infatti non idonei e rallentati al punto che la questura di Agrigento ha avviato una serie di verifiche sia sui mezzi sia su chi li gestisce.
Roberta Maria Di Giovangiulio
Seguici su Google News