Milan Games Week 2022: l’unione fa la forza?

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Di Enrico Bartoloni

La Milan Games Week 2022 si è appena conclusa, e noi di Metronerd non ce la siamo fatta scappare.
Per il secondo anno di fila le due grandi fiere milanesi (Cartoomics per quanto riguarda i comics e le loro controparti nipponiche, GamesWeek per games ed eSport) si uniscono in un unico grande evento, distribuito su 4 padiglioni di Rho Fiera.

Milan Games Week: come funzionano i ticket

Semplicemente stupenda.

L’evento offriva varie soluzioni: la prima e più semplice era l’acquisto del biglietto intero (al “modico” costo di 25 euro il venerdì e 30 euro il finesettimana), il ridotto a 14 euro (per i bambini di età compresa tra i 6 e 10 anni) o dell’abbonamento 3 giorni (65 euro). A seguire vi erano le tariffe “premium”: tutte offrivano un badge esclusivo da ritirare alla cassa, l’accesso anticipato alla fiera un’ora prima dell’inizio ufficiale e la possibilità di saltare la coda d’ingresso, ma ciascuna dava diversi accessori e privilegi in base alla tipologia.

Il biglietto Supergamer (costo 45 euro) permetteva di saltare la fila per la Gaming Zone, ti regalava una maglietta limited edition e una lattina di Monster Energy.

Il biglietto UltraPOP (anch’esso 45 euro) dava un poster autografato, una bag limited edition, l’edizione speciale di Nathan Never, una card speciale di Marvel Mission Arena Trading, una litografia per i 60 anni di Diabolik e una cartolina esclusiva di Poste Italiane.
Infine, vi era il biglietto VIP che, al prezzo di 99 euro, comprendeva tutto ciò precedentemente riportato.

La struttura della fiera

La fiera era facilmente raggiungibile sia con mezzi propri che tramite mezzi pubblici, per questi ultimi in particolare era sufficiente l’acquisto un biglietto 3 zone. Una volta giunti a destinazione, era possibile accedere tramite due ingressi: porta est (il più vicino alla metro) e porta sud. Superati i controlli (e la colossale fila nel caso in cui non abbiate preso i biglietti “premium”) siete pronti a godervi la fiera finalmente.

Entrando nei padiglioni 8 e 12 vi ritroverete nella sezione Cartoomics mentre dal padiglione 16 e 20 sarete in quella games.

Fortunatamente, i padiglioni sono interconnessi tra di loro e perciò la decisione sul dove iniziare è stata molto meno difficile di quella per lo starter di Pokèmon Scarlatto e Violetto.

Il contenuto

La fiera al suo interno conteneva diversi tipi di stand: dagli immancabili venditori di fumetti (un nome che spicca è quello di J-Pop), a quelli di figure e merch presenti in abbondanza in tutti i padiglioni.
Oltre questi, tante sorprese tra le quali la leggendaria Toyota Trueno 86 nell’allestimento preparato da J-Pop per l’uscita del manga di Initial D in Italia.

Nel lato games l’occhio viene subito catturato dall’enorme statua di Aloy che separava la gaming zone, grande quasi metà del padiglione 16, dal resto. Al suo interno era possibile provare diversi giochi nelle varie postazioni presenti. Nell’altra metà vi era il Creator District, punto di riferimento per gli spettacoli e gli influencer. Infine, nel padiglione 20 si concentrava la parte a tema eSports con palchi e arene.
Purtroppo, poca offerta per quanto riguarda stand di elettronica e periferiche.

La statua di Aloy che sovrastava il padiglione 16

Considerazioni Finali

E’ sempre bello andare in città come Milano che, oltre alla fiera stessa, offrono tanti punti d’interesse culturale e non per completare un viaggio. L’elemento che forse più di tutti ha compromesso di più la godibilità della fiera è stata la densità di persone. Le immense file ai controlli e agli ingressi combinate alla non proporzionalità dei palchi al pubblico interessato a determinati eventi influenzava pesantemente la mobilità all’interno dei padiglioni creando anche grosse calche. Le code e la densità eccessiva di persone hanno reso veramente difficile apprezzare per il visitatore questa fiera che cerca di esser tutto nello stesso momento.

Videogiocatori, amanti della cultura pop, fan di influencers, appassionati di Esports e Cosplayer; Seppur molti partecipanti dell’evento si riconoscono in più di uno dei gruppi sovrascritti, ciò non significa che essi coincidano e infatti ciò ha dato seriamente filo da torcere alla gestione di quest’anno nel cercare di far convivere tutte queste diverse esigenze.

Nonostante fosse molto interattivo per il pubblico, il lato games della fiera si è dimostrato più una demo per gli acquisti di Natale che uno “sneak peak” dei giochi in arrivo visto il basso numero di anteprime presenti.

Altre fiere con natura meno complessa come ad esempio il Romics hanno praticamente eliminato le file d’ingresso semplicemente impostando una nuova gestione degli ingressi basata sull’acquisto online di un numero limitato di biglietti.
La Milan Games Week del prossimo anno necessiterà ancora di un po’ di lavoro sulla sua formula affinchè risulti godibile al massimo. Sia la soluzione una nuova e più efficiente gestione dei flussi di persone al suo interno, una diversa assegnazione degli spazi o il ritorno degli ingressi a fasce orarie (magari una tariffa pomeridiana con ingresso a metà prezzo).

Enrico Bartoloni

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