Mimmo Rotella è conosciuto come l’autore dei manifesti strappati. Questa sua tecnica innovativa gli ha permesso di farsi largo nella pop art italiana e internazionale, cavalcando l’onda del nouveau réalisme. Avendo vissuto 88 anni, ha potuto vivere appieno l’evoluzione dell’arte del Novecento. Dalle avanguardie alle Biennali, ha vissuto intensamente la sua vita, di artista e di personaggio. La sua testimonianza artistica ha lasciato tracce importanti nel panorama dell’arte italiana, tanto da portarlo a fondare, nel 2000, la Fondazione Mimmo Rotella. Ma vediamo insieme le fermate più importanti del suo percorso.
Domenico Rotella, detto Mimmo, nasce a Catanzaro il 7 ottobre 1918. Dopo aver conseguito la maturità artistica, si trasferisce a Roma nel 1945, dove respira l’aria avanguardistica degli esponenti del Gruppo forma 1, guidato da artisti come Carla Accardi, Ugo Attardi, Mino Guerrini, Achille Perilli. Si mostra immediatamente attirato dall’astrattismo, imitando le forme geometrico-astratte di Mondrian e Kandinskij; con l’aumento della presa di coscienza nei confronti della poesia fonetica, nel 1949 redige il manifesto della poesia cosiddetta epistaltica, che fonde le valenze formali insite nel linguaggio con tutte le possibilità tonali ed armoniche.
Mimmo Rotella e il periodo americano
Dopo aver esposto a Parigi nel 1950, Mimmo Rotella espone a Roma nel 1951, partecipando alla mostra Arte astratta e concreta in Italia, che vede tra i curatori Giulio Carlo Argan. Un mese dopo, inaugura la sua prima personale alla galleria Chiurazzi, in via del Babuino. Sempre nel 1951 è vincitore di una borsa di studio della Fulbright Fundation, grazie alla quale si reca negli Stati Uniti, dove inaugura la sua seconda personale, un murales. Si dedica anche alla performance, esponendo una poesia epistaltica all’Università di Harvard.
Durante il suo soggiorno negli States, acquisisce consapevolezza nei confronti della sua arte. Così, tornato a Roma, oltre a dedicarsi nuovamente alla produzione fonetica, scopre la potenza del manifesto pubblicitario, che diventerà la sua firma. Comincia così a prelevare dei manifesti dalle strade romane e, attraverso la tecnica del décollage (il procedimento inverso del collage, quindi non l’incollare ma lo scollare l’oggetto) crea le sue prime opere. L’influenza è sicuramente cubista, ma vede anche la presenza di elementi informali e del readymade dadaista.
L’ascesa di carriera
Comincia così la produzione dei manifesti di Mimmo Rotella. Negli anni 60 comincia la sua più florida produzione di décollages e readymade creati con pezzi di stoffa, tappi di bottiglia, corde, ceste di vimini. All’inizio del decennio poi, crea le sue opere più famose, utilizzando manifesti che ritraggono personaggi importanti come Liz Taylor, Marlon Brando, Marilyn Monroe. La sua ascesa diventa anche internazionale, grazie alle esposizioni in America. Infatti, riesce a esporre a Buenos Aires e New York tra il 1961 e il 1962.
Nel 1964 espone alla Biennale di Venezia, nonostante sia stato proprio in quell’anno incriminato e detenuto per possesso di stupefacenti; considerando questo un attacco personale, decide di trasferirsi a Parigi per proseguire la produzione di report fotografici, che esporrà nella capitale francese nel 1965. Continua la sua produzione di readymade, dividendosi tra esposizioni in Italia, in Francia e negli Stati Uniti.
Gli ultimi anni
L’artista calabrese continua la sua produzione spaziando sempre di più tra le varie tecniche artistiche, continuando sia con i readymade, sia con la produzione multimediale e musicale. Vive una vita piena, tra esposizioni in Italia e all’estero, e produzione artistica incessante. Il suo amore per l’arte gli permette di fondare, nel 2000, la Fondazione Mimmo Rotella, con sede dell’Archivio a Milano, e sede della Casa della Memoria a Catanzaro. In quest’ultima sono conservate le opere dell’artista. La fondazione ha inoltre istituito il Premio Mimmo Rotella, un premio artistico internazionale che ha visto come vincitori attori e registi, italiani e non. Quest’anno, a causa dell’epidemia da Covid-19, è stato giustamente rimandato.
Mimmo Rotella si è spento nel 2006, all’età di 88 anni, a Milano. Ancora in piena attività, ha dimostrato la sua passione per l’arte fino alla fine della sua vita. Noi lo ricordiamo con affetto e con ammirazione, per aver creduto così fermamente nella sua arte, che ancora oggi possiamo ammirare in tutto il mondo.
a cura di Marianna Soru
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