Proprio ieri, il pilastro della musica italiana ha lanciato il suo nuovo album di inediti, intitolato “Ti amo come un pazzo”. Moderna, fresca, aliena. Semplicemente Mina. Un titolo ironicamente melodrammatico che incornicia un album costruito come fosse un fotoromanzo. La tigre di Cremona presenta un nuovo capitolo della sua storia musicale. Dall’adattamento contemporaneo, con la collaborazione con Blanco, alla ricerca sensoriale del suo inconfondibile stile. A distanza di quasi quattro anni da “Mina Fossati”, la cantante torna all’età di 73 anni con una nuova collezione discografica, impreziosita sola da una reinterpretazione che è quella di Sergio Cammariere, in “Tutto Quello che un Uomo”.
Mina, il nuovo album racconta un fotoromanzo d’amore

Ultimamente si è parlato tanto dell’artista. Dall’attesissimo inedito “Un briciolo di allegria” con Blanco, uscita proprio con il nuovo album dell’artista; “Innamorato”. Due generazione a confronto, due stili musicali diversi, ma con un’unica cosa in comune: l’amore. Quello etereo, che racchiude tutto quello che ci circonda, il significato della nostra esistenza, il sentimento più bello e puro della vita. Massimiliano Pani, figlio di Mina, ha definito l’album, un fotoromanzo che accarezza tanti mondi musicali, dal triste al bello, fino a quello che finisce bene e quello che invece va male. Tutti pezzi d’amore, con una linea ironica, che fanno da collante all’immensa interpretazione di Mina. La capacità di essere un punto di riferimento per i giovani di oggi, che a modo loro trovano un punto di coesione con la ricerca artistica di Mina. Infatti molti artisti giovani hanno partecipato all’album, con la stesura dei testi e degli arrangiamenti. La traccia “Orto”, ad esempio è stata pensata da Mattia Lezi (ex concorrente di X Factor 2018). I giovani propongo il loro mondo e la loro idea di suono e Mina diventa l’identificazione di tale sistema.
La cantante da sempre considerata “l’eccezione”, per la naturale capacità di essere e fare il contrario di tutti. E risultare credibile allo stesso tempo. Una voce fuori dal coro che ha sempre fatto tendenza, anche per il rinominato carattere incisivo e graffiante. La libertà e il coraggio di essere, senza apparire. Mina, con il nuovo album porta sulle tracce musicali un inno a tutte le forme dell’amore. Un brano, “Povero Amore”, è già stato scelto dal regista Ferzan Ozpetek, per il nuovo film “Nuovo Olimpo”.
“Sarà sui titoli di coda di Nuovo Olimpo ma ne stiamo parlando, tra noi c’è scambio di idee costante. Mina legge le mie sceneggiature e ne vede pregi e difetti. È un essere sovrannaturale per il suo sguardo. Canzoni me ne ha mandate due o tre però mi sono subito innamorato del Povero Amore. Il film inizia nel 1978 e finisce nel 2015 e c’è anche un’altra canzone di Mina della seconda metà degli anni Settanta. Non sono un esperto di musica ma un casalingo che sente la musica. Mina è una delle persone più importanti della mia vita, il mio primo romanzo in bozza l’ho mandato a lei col cellulare e dopo poche ore mi ha detto che sarebbe stato un successo. Ma anche le sceneggiature le ha in anteprima. Quando ho dei pensieri mi domando spesso cosa penserebbe lei. Non aggiungo altro perché raccontare la nostra quotidianità non è giusto per il suo modo di vivere, per le sue scelte di vita”.
-Ferzan Ozpetek a skytg24
Mina: “Ti amo come un pazzo”, il nuovo album track by track

01. BUTTARE L’ AMORE
Il brano è stato la colonna sonora della serie tv “Le fate ignoranti”. Una storia raccontata in musica, che parla dell’incapacità e impossibilità di continuare un rapporto. Una relazione, arrivata al termine, a causa dell’altra persona impegnata a “buttare via l’amore”, e non si riesce ad impedire che ciò avvenga. E la passione appare mancare proprio a causa dell’assenza di un elemento esterno mentre si osserva, inermi, il declino e il decorso del rapporto. Intensa, forte e realistica la visione della traccia, per quanto riguarda l’idea di un’amore sbilanciato.
02. COME LA LUNA
Un inno all’egoismo dell’amore, che a volte pretende tutto, e lascia solo un misero ricordo. Una scelta, che a volte è necessaria, per non perdere se stessi. Il tempo cura tutto e a volte porta il rancore celato dietro il dolore, che rinnega tutto. L’interpretazione è convincente, schietta ed intima. Mina paragona la sua solitudine alla “luna in cielo”, costretta anche lei indirettamente a rinnovare la sua esistenza.
03. DON SALVATO’
Don Salvatò è una composizione di Enzo Avitabile pubblicata nel 2009 nel suo disco “Napoletana”. La traccia è stata fortemente voluta da Mina, che per interpretarla ha dovuto prendere lezioni di dialetto “napoletano”. Mina canta Napoli, con una voce sofferta e addolorata. Un’invocazione, un canto alla vita, verso il Signore. Un faro sul dramma globale d’un mondo alla deriva tra immense tragedie, dolore globale. Pochi strumenti acustici e una voce che a tratti sembra salmodiare, sgranare serie di note che suonano come preghiera accorata e che sgorgano da un sentimento forte di una religiosità tutt’altro che bigotta.
04. FINO A DOMANI
Un brano malinconico che racconta di certezze, quelle sono a base dell’ipocrisia dell’amore. La richiesta personale di avere sicurezze, e a tratti pretese, sotto uno sguardo passionale ed etereo, che scandisce l’intesa della coppia.
05. ZUM PA PA
Una superba metafora dell’amore. Una visione ironica, vista dalla prospettiva metaforica della vita. Tra giochi di parole e un’atmosfera vibrante.
Siamo noi gli equilibristi,
a volte sognatori, a volte pessimisti
col bisogno di amori senza fine
come scimmie innamorate delle noccioline.
Mina- zum pa pa
06. TUTTO QUELLO CHE UN UOMO
Un brano di Sergio Cammariere. Una perla che il cantautore crotonese presentò nel 2003 al Festival di Sanremo. Un’interpretazione evocativa, sofisticata e raffinata.
07. L’ ORTO
È la traccia più ironica dell’intero album. Era stata mandata a Mina qualche anno fa, messa fra i brani candidabili all’inclusione su disco, prima di essere presentata a X-Factor 2018 dal suo coautore (con Matteo Santarelli) Mattia Lezi. Una curiosa ode alla verdura che Mina canta leggerissima, divertendosi e divertendoci.
08. LASCIA
La canzone è un invito a non rinunciare a tornare ad amare. Parole e musica portano la firma di Antonio “Tonino” Maio.
09. NON HO PIÙ BISOGNO DI TE
Un mid-tempo dal testo amazzonico che Mina canta con suprema, e sprezzante crudeltà.
10. UN BRICIOLO DI ALLEGRIA
Il duetto che ha lasciato senza parole tutti. Due generazione a confronto, che si incontrano su una melodia fresca e innovativa, che ricorda a tratti, l’iconico duo Mina-Celentano. Un dialogo profondo, sentito, vissuto, oltre i gap generazionali, una traccia destinata a restare nel tempo. Nella voce di Mina si legge tutta la sua storia, la grana vocale di Blanco è ora eterea, quasi angelica.
11. LA GABBIA
Una traccia che arriva all’anima. Una sensibilità sublime che racchiude la musica e le parole in un unico inno al dolore, che pian pian annega nella profondità melodica del timbro di Mina. Un dolce sentir, che arriva dritto al cuore tramite l’interpretazione della cantautrice.
12. POVERO UOMO
Il brano è stato scelto dal regista Ferzan Ozpetek per il suo nuovo film in uscita a Natale 2023. Un sound non artefatto, fresco ma allo stesso tempo intimo, per raccontare le pieghe intime e profonde dell’amore. Un sentimento fatto di contraddizioni e incomprensioni, lette in una chiave di lettura autocritica e sovversiva.
Trasparente, indelebile e autentica. Mina si conferma di nuovo, pilastro della musica italiana. E ci regala un nuovo capitolo del “canzoniere italiano”.
Irene Marri
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