Mixed by Erry è l’etichetta delle musicassette pirata che giravano negli anni ’80 dentro e fuori Napoli. Lo stesso regista Sydney Sibilia ne conserva diverse nel cassetto. Un vero e proprio marchio che venne falsificato a sua volta. Artefice di questo business dalle radici familiari un certo Enrico Frattasio, un ragazzo che nella sua cameretta di Forcella sognava di fare il dj. A chi ha accusato il film di essere un elogio alla pirateria il regista ha risposto che è stato proprio il caso eclatante di pirateria firmato Mixed by Erry a dare avvio alla FPM (Federazione contro la pirateria musicale e multimediale).
Dopo la trilogia di “Smetto quando voglio” (2014-2017) e “L’incredibile storia dell’Isola delle rose” (2020), il regista salernitano firma una nuova commedia brillante che ruota ancora una volta su una pagina di storia italiana marginale e personaggi teneramente eversivi. Il suo nuovo protagonista, Enrico Frattasio detto Erry, è un precursore a suo modo, fondatore della prima etichetta discografica pirata italiana con più di sessanta mila riproduzioni, oltre che primo caso di falso originale.
Mixed by Erry, quando si regalavano canzoni
Il motore di tutto sono i mixtape che Erry confeziona per i suoi cari e in seguito per i clienti, come la compilation richiesta dal fratello per riconquistare la fidanzata che imprescindibilmente doveva contenere “Cuore Matto” di Little Tony.
La nostalgia è sicuramente un elemento portante della narrazione a partire dagli strumenti analogici di falsificazione musicale, i costumi, le scenografie dai toni caldi. Una nostalgia che esplode nei vicoli urlanti il nome di Maradona, tinti di azzurro per la vittoria dello scudetto del Napoli. Una nostalgia che il regista sente sulla sua pelle nel ritrarre i giorni della sua stessa giovinezza, quando Sanremo era tutta musica e le canzoni si regalavano.
La sceneggiatura scritta a quattro mani dal regista e Armando Festa attinge dai racconti dello stesso Frattasio che ha partecipato in prima persona al progetto. E’ una scrittura in fondo romantica nonostante l’intento cronachistico e divertente senza strafare. Racconta una Napoli più vicina a quella di Sorrentino in “E’ stata la mano di Dio“, che a quella della “Gomorra” di Sollima.
Non si sente neanche un colpo, scherza il regista. Il cast è di giovanissimi e esordienti. I tre fratelli Frattasio, dall’alchimia esplosiva sono un riccioluto Luigi d’Oriano dai grandi occhi da sognatore, Giuseppe Arena (Peppe Frattasio) e Emanuele Palumbo (Angelo Frattasio), affiancati da Fabrizio Gifuni, Francesco di Leva, Cristiana dell’Anna e Adriano Pantaleo.
Oltre che visto, il film si presta benissimo a essere ascoltato. La colonna sonora si dimostra all’altezza di un film che sbircia nei retroscena dell’industria musicale con il suo mix tra vere e proprie icone degli anni ’80, su tutte “Sweet Dreams” degli Eurythmics, musiche originali composte da Michele Braga e la partecipazione di Liberato con il brano inedito “O Dj”. L’accoppiata Sydney Sibilia in regia e Matteo Rovere nella produzione si dimostra ancora una volta vincente, rappresentativa di un cinema italiano dallo stile accattivante, in grado di riempire di nuovo le sale cinematografiche.
Eleonora Ceccarelli
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