Anni dopo la fondazione di brand come Fendi, Valentino, Bulgari e Capucci, la moda ancora resiste a Roma, al riparo dalle intemperie legislative e giuridiche, nonostante quest’ultime e le istituzioni la mettano a dura prova. ‘’La moda non cede alle imposizioni, ma si rinnova per superarle’’, disse Silvia Venturini Fendi anni fa, ed è proprio in questa sua forma mutevole che risiede la capacità di controllo del tempo, anche se ultimamente il tempo sembra sfuggire sotto gli occhi di Roma. E dalla scomparsa degli show dei grandi brandi degli anni ‘80 fino alla fine di AltaRoma, la creatività si trova, ora, a dover superare nuove sfide, per difendere la propria storia, una storia che nasce sotto lo splendore di un’impero antico.

Moda a Roma, gli ultimi aggiornamenti: dalla scomparsa di AltaRoma alla nascita di Forces of Fashion

AltaRoma show - Photo Credits dire.it

‘’Altaroma non esiste piu’’, con questa dichiarazione l’assessore al Turismo con delega alla Moda Alessandro Onorato comunica la decisione di istituzioni e organizzazioni locali di interrompere (temporaneamente) la programmazione biannuale dell’evento nato nel 2004 per raccogliere nella capitale italiana i nuovi talenti locali. La situazione, rimasta sospesa a lungo, è stata poi approfondita da Silvia Venturini Fendi, presidente di AltaRoma dal 2010, che ha rivelato il suo disappunto verso le istituzioni, alle quali si rivolge così:

‘’Quello che di sicuro non ci sarà è la Fashion Week estiva di AltaRoma. La società è in liquidazione, deliberata a Gennaio dall’assemblea dei soci, su richiesta di Regione Lazio, al fine di costruire la nuova Fondazione che ne avrebbe dovuto, come doveva essere, ereditare asset e know-how secondo gli intenti più volte dichiarati dai soci, arrivando anche a gestire la fashion week di luglio.’’

Così Fendi, in una recente intervista, esprime la sua distanza dalle mosse istituzionali, ribadendo il disaccordo, che a detta sua mancavano di collaborazione e che hanno portato la Società ad attività progressiva di resistenza e difesa. Neanche lo show di Valentino dello scorso anno, evento seguito da un publico internazionale che voleva potenziare sempre più il sistema creativo romano, è riuscito nell’impresa di stravolgere il tessuto istituzionale, nonostante abbia portato per diverso tempo il nome di Roma sulle pagine di giornali e magazine settoriali. La giunta comunale disse che quella di Valentino era un’occasione per riportare Roma in una posizione di spicco per la moda, ma, come disse Fendi, non basta, il lavoro deve essere a lungo termine e deve vedere la collaborazione di tutti. Ora AltaRoma muta in un evento sostenuto dagli ex soci, finanziato da Camera di Commercio, che dall’11 al 13 Luglio sosterrà le nuove generazioni creative dedicandogli uno spazio nel Tempio di Adriano in Piazza di Pietra, dove i giovanissimi potranno incontrare buyer e stampa. Qualche mese dopo Roma ospiterà Forces of Fashion, l’evento di Vogue in programma per il 21 Ottobre. Così la storia del rapporto tra la capitale italiana e la moda sembra non arrestarsi del tutto, ma mutando in un appuntamento di 3 giorni memore dei fasti degli anni ‘50, quando alcuni designer lasciarono Firenze per Roma.

Dalla nascita della couture ‘’all’italiana’’ al modello francese del prêt-à-porter

Roma negli anni ha acquisito sempre più spazio e rilevanza nella scena internazionale, e la sua diversità risiede proprio nel suo tempo, ‘’più disteso, allungato, che stride con i ritmi serrati della moda’’ come disse PierPaolo Piccioli al termine dell’Haute Couture 22 intitolata The Beginning. Ma non fu sempre così, e la storia lo dimostra. Nel 1949, c’erano le sorelle Fontana che vestivano i nomi più noti del cinema italiano e straniero, costruendo un solido rapporto tra moda, Roma ed il cinema, che portava nella città attrici ed attori come nuovi interpreti delle collezioni del brand, allontanandosi dagli stilemi della moda parigina che vedeva l’abito come proprietà esclusiva riservata solo ad una clientela aristocratica. Roberto Capucci, in quegli stessi anni, fonda il suo brand, con il quale sperimenta in forme e strutture creando il concetto di ‘’architettura dell’abito’’, anche grazie ai suoi studi d’architetto. E come non ricordare che già dagli anni ‘20 esisteva Fendi, e si occupava della produzione di pelletteria. Ancora prima, nel 1884, a Roma si diffondeva l’arte gioielliera di Bulgari che si ri faceva ai simboli della capitale, riproducendoli a forma di collane. Verso la metà degli anni Sessanta da Firenze, dove venne presentata la prima collezione del Conte Giovanni Battista Giorgini nel 1951, i brand spostarono le presentazioni nei propri atelier a Roma. Contemporaneamente a Milano si diffondeva una nuova moda che stava per modificare l’assetto esclusivo dell’industria dell’abito: il prêt-à-porter. In quel periodo l’Italia aveva due capitali: Roma per la couture all’italiana, e Milano per il prêt-à-porter. E con la crescente notorietà di quest’ultimo la couture romana scomparve perché le società di investimento scelsero i bassi costi di produzione che offriva Milano, portando anche gli show a spostarsi sempre più vicino alla catena produttiva. Ma la storia non si è mai del tutto interrotta, la città romana ha sempre coinvolto l’immaginazione e la creatività dei designer che la sceglievano per ideare nuove collezioni tributo. Tra tutti spicca l’opera di restauro ideologico di Alessandro Michele, che alla direzione creativa di Gucci, ha spostato gli studi creativi nella Capitale. ‘’Amo Roma per il suo essere creatura ibrida, plurale, non contenibile in alcune etichetta. Perché il suo disordine creativo è indispensabile per il mio lavoro’’ aveva detto Michele in un’intervista. Così come Silvia Venturini Fendi e PierPaolo Piccioli si sono spesi a supporto del patrimonio estetico di Roma, restaurando opere e luoghi simonolo, recentemente anche Bulgari con la sua campagna dal titolo Unexpected Wonders ha mostrato l’importanza della scena monumentale di Roma, affidando alla recitazione di Zendaya e alla regia di Sorrentino la sua video campaign omaggio all’illustre passato romano.

La rilevanza mediatica e l’impresa di riposizionamento

Se da una parte i progetti come AltaRoma vogliono riportare la creatività a Roma, investendo sulle nuove generazioni, dall’altra parte non c’è una compagnia editoriale formata da stampa, agenzie creative e comunicazione che sappia portare in alto, all’attenzione di tutti, il potenziale della città. Ad essersi impegnata in questa impresa è stata Vogue Italia ed il contest ‘’Who is On Next?’’ arrivato alla diciottesima edizione con una giuria che raccoglie alcuni dei nomi più importanti dell’industria come Carlo Capasa (Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana), Susanna Ausoni (stylist), Simonetta Gianfelici (Head of Project di ‘’Who is On Next?’’), Sara Sozzani Maino (Head of Special Project per Vogue Italia e ambassador CNMI), e Silvia Venturini Fendi (Artistic Director of Accessories e Menswear Fendi e presidente AltaRoma). Lo show annuale, che ultimamente ha avuto luogo al Campidoglio, è un chiaro segno di recupero, con il quale si è raggiunta una visibilità capace di riaccendere il dialogo tra creatività e Roma. Ora l’obiettivo muta in una costante ricerca d’attenzione, un impegno da parte di brand ed istituzioni a sostenere il riposizionamento della città nella cartina internazionale della moda, in un’opera di ricostruzione che dal passato risale al presente, individuando il suo spazio tra le pagine di una storia che vuole continuare ad essere narrata.

Luca Cioffi

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