Era il 1978 e l’Italia ospitava la IX edizione del mondiale di pallavolo. Quattro anni prima, a Città del Messico, l’assemblea della FIVB si era riunita assegnando all’Italia l’organizzazione di questo torneo, inaugurato nel 1949 a Praga. 24 squadre partecipanti, 6 città ospitanti e l’obbligo, da parte degli azzurri, di fare meglio rispetto ai mondiali precedenti. La squadra italiana, infatti, era reduce da risultati poco brillanti; ma, forse, proprio questo determinò la svolta.
Il percorso di avvicinamento dell’Italia al mondiale di pallavolo del 1978
Il percorso dell’Italia al mondiale di pallavolo del 1978 inizia con qualche difficoltà. Gli azzurri infatti si erano sempre classificati tra la quattordicesima e sedicesima posizione tranne nell’edizione inaugurale in cui si erano posizionati all’ottavo posto. Quattro anni prima, al mondiale di Citta del Messico, l’Italvolley aveva raggiunto solamente la diciannovesima posizione. Le premesse non erano quindi le migliori e l’Italia, nonostante ospitasse il torneo, appariva tra le sfavorite. Inoltre, a soli tre mesi dal mondiale, la Federazione italiana, decise di sostituire Skorek affidando l’incarico di allenatore della nazionale al 33 enne Carmelo Pittera, ex allenatore della Poletti Catania, campione d’Italia. L’allenatore, in soli tre mesi, avrebbe dovuto organizzare una squadra competitiva e pronta per un mondiale disputato in casa. Pittera si dimostra subito fermo e testardo sulle sue decisioni tanto da eliminare dai convocati al mondiale due senatori come Mattioli e Salemme. Pittera si affida al fulcro della Poletti Catania che, sotto la sua guida aveva appena conquistato il titolo.
I gironi e la fase finale
L’Italia si presentò a metà settembre al Mondiale trovandosi nel Gruppo A insieme a Belgio, Cina, Egitto. La squadra nord-africana aveva sconfitto gli azzurri quattro anni prima in Messico. Le prime due partite, contro Belgio ed Egitto, mostrarono un’Italia fresca e capace di poter dire la sua: i due match infatti terminarono entrambi con un 3-0 per l’Italia. La squadra di Pittera si giocava quindi il primo posto del girone contro la Cina al Palaeur di Roma. Gli azzurri, dopo le difficoltà iniziali chiusero il match sul 3-1 grazie alla grinta del pubblico e al cambio azzeccato di Pittera (Alessandro per Dall’Olio). A questo punto l’Italia si sarebbe dovuta scontrare con Cina, Urss e Brasile, Bulgaria e Germania est. La prima partita della seconda fase del mondiale di pallavolo del 1978 si giocò contro il grande Brasile. L’Italia dopo un inIzio difficoltoso, vinse al tie-break, collezionando l’ennesima vittoria del torneo. La squadra di Pittera spinta dai risultati e dal pubblico riuscì a vincere anche sulla Germania est e contro la Bulgaria. Gli azzurri si qualificavano quindi in semifinale come secondi nel girone, avendo perso contro la formazione sovietica, quattro volte campione del mondo.
Le semifinali si giocarono tra Urss e Corea del Sud, con la vittoria della formazione sovietica di una spanna superiore al sestetto asiatico e subito dopo tra Cuba ed Italia. Le due squadre lottavano alla pari, ma l’Italia grazie al punto decisivo del siciliano Scilipoti conquistò la vittoria.
L’Italia è finale. L’Italia è finale. Fu il risultato più importante della storia della pallavolo italiana e fu raggiunto in casa. A Roma. La squadra di Pittera volò in finale dove però venne fermata dall’armata rossa sovietica. Gli azzurri vinsero la medaglia d’argento e il gruppo vennee, da quel momento, soprannominato il gabbiano d’argento. La sconfitta con l’Urss poco importava all’Italia perchè, da quel giorno, gli italiani hanno scoperto e amato un nuovo sport, la pallavolo.
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