Cultura

“Morgana. L’uomo ricco sono io”: storie di donne che non hanno paura

“Nel ciclo arturiano Morgana è la sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante re dalla spada magica. Ed è la madrina d’eccezione delle donne raccontate in questo libro”: così comincia “Morgana. L’uomo ricco sono io”, il libro di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri.

Il saggio è composto da una serie di racconti di donne. Attraverso le loro biografie dunque è possibile ricostruire le vicende che le hanno portate a essere le donne di successo che sono ora. Sono storie dal passato, ma anche molto recenti. Le due autrici sono note al pubblico: Michela Murgia è una scrittrice e attivista che da tempo di occupa di femminismo e divulgazione. Ricordiamo infatti il suo romanzo “Accabadora”, vincitore del premio Campiello. Chiara Tagliaferri invece è una conduttrice radiofonica, che ha già collaborato con la Murgia nel libro “Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe”, uscito nel 2019.

“Morgana. L’uomo ricco sono io”: chi sono le donne ricche?

Come dicevamo, il libro parte da un costrutto sociale che già Virginia Woolf aveva menzionato: “Una ragazza dovrebbe avere una stanza tutta per sé e una rendita di 500 sterline l’anno.” È così che si comincia, dalla potenza della precisione di quella cifra: se sei donna non ti è permesso parlare di soldi. Sei nata solamente per essere proprietà di un uomo, prima di tuo padre e poi di tuo marito. Così, per ribaltare questa tradizione, le autrici portano le storie di donne che non si sono piegate a questa regola.

Ed è proprio di questo che parlano: di soldi. Non si fanno problemi a raccontare la scalata al successo di alcune tra le più potenti donne della storia, a partire da Oprah Winfrey, fino ad Angela Merkel, passando per Beyoncé fino a Chiara Lubich. In tutte le storie di queste donne straordinarie viene sottolineata la loro potenza. Infatti, quasi tutte si sono liberate agli schemi tradizionali che vedono, generalmente, le donne che ricoprono questo ruolo solo sullo sfondo. Loro invece sono sulla scena, e con le luci puntate addosso.

L’inclusività di linguaggio del saggio

Nessuno viene lasciato indietro: nemmeno nel testo. C’è infatti, in questo saggio, una importante novità: non troverete il maschile sovraesteso, ma il simbolo della schwa (ə). Questo è molto importante perché segna una cesura linguistica, che riesce a includere anche coloro che non si sentono “inclusi” nei due generi canonici.

Insomma, un saggio coinvolgente che non lascia fuori nessuno, e che riesce a dare tanti spunti di riflessione. È bene infatti chiedersi come le donne siano riuscite a farsi strada in quei campi che non sono loro territorio, dalla politica allo showbusiness. Il saggio è una ripresa di “Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe”, ma in chiave ancora più rivoluzionaria. Il testo è disponibile anche attraverso un podcast tramite Storielibere, con il contributo di buddybank. Vale la pena almeno dargli uno sguardo.

Marianna Soru

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