Morganella e il Livorno, un addio al veleno

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Di Redazione Metropolitan

Arrivato in estate, Michel Morganella si aspettava sicuramente una stagione diversa, per lui e per il Livorno. Solo undici presenze in campionato per lui, e ultimo posto in classifica per la squadra toscana. Qualche giorno fa, la rescissione contrattuale tra le parti. Ora, a far discutere, sono le dichiarazioni di Morganella, rilasciate a “Il Tirreno”.

Morganella, le accuse al Livorno

In un’intervista rilasciata a “Il Tirreno”, Michel Morganella ha voluto ripercorrere la sua breve esperienza al Livorno. Arrivato in estate dal Padova, nei giorni scorsi è arrivato l’annuncio del suo agente, Mauro Bousquet, dell’avvenuta risoluzione del contratto. Nelle sue parole il calciatore svizzero sottolinea come Livorno sia una grandissima piazza, ma che l’attuale società non sia stata all’altezza. Il presidente del club amaranto, Aldo Spinelli, è ormai da qualche mese in trattativa per la cessione della società.

Poi, il passaggio forse più emblematico:

“Ad alcuni dirigenti non piacevo per il mio look: barba e tatuaggi. Circolavano false storie su di me, sulla mia vita, e addirittura il terzo giorno di ritiro è capitata una cosa spiacevole: mi hanno chiesto se avessi una svastica tatuata sulla schiena. Ho dovuto togliermi la maglietta davanti a tutti per far capire che non fosse così”.

Un episodio che ha turbato molto l’esterno classe 1989. In un altro passaggio, Morganella ha voluto ribadire come lui abbia sempre cercato di dare il massimo, nonostante le mille difficoltà, compreso il “doversi allenare in dei campetti e non al centro sportivo per un po’ di pioggia”:

“Ho cercato di dare il massimo, ma è stata una stagione negativa per tutti. Chi si salva? Marras, ha dimostrato qualità in un contesto molto difficile”.

Non la migliore maniera per chiudere un rapporto tra calciatore e società. Evidentemente, Morganella aveva qualche sassolino nelle scarpe, e ha voluto esprimere con decisione la sua posizione riguardo la sfortunata esperienza al Livorno.

Foto: pagina Facebook Michel Morganella

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